martedì 13 agosto 2019

Beata Vergine Maria Rifugio dei Peccatori

«Uno de' titoli con cui la S. Chiesa ci fa ricorrere alla divina Madre e che maggiormente rincora i poveri peccatori, è il titolo di Rifugio de' peccatori, con cui l'invochiamo nelle litanie. Anticamente vi erano nella Giudea le città di rifugio, dove i delinquenti che andavano a ricoverarsi erano liberi dalle pene meritate. Al presente non vi sono tante città di rifugio, come allora, ma ve n'è una sola, ch'è Maria, di cui fu detto: Gloriosa dicta sunt de te, civitas Dei (Ps. LXXXVI, 3). Ma con questa differenza, che nelle città antiche non trovavano rifugio tutti i delinquenti né per tutte le sorte di delitti; ma sotto il manto di Maria tutti i peccatori trovano scampo e per ogni delitto che abbiano commesso; basta che alcuno vi ricorra a ricoverarsi. Io son la città di rifugio per tutti coloro che a me vengono, dice la nostra Regina: Ego civitas refugii omnium ad me confugientium, le fa dire S. Giovan Damasceno (Or. 2, de Dorm.). E basta che uno ricorra; quegli che già avrà avuto la sorte di entrare in questa città, non occorrerà che parli per esser salvo. Convenite celeriter, et ingrediamur civitatem munitam, et sileamus ibi (Ierem. VIII, 14). Questa città munita, spiega il B. Alberto Magno, è la S. Vergine, munita in grazia ed in gloria. Et sileamus ibi: spiega la Glossa: Quia non audemus deprecari Dominum quem offendimus, ipsa deprecetur et roget: Giacché noi non abbiamo ardire di supplicare il Signore per lo perdono, basta ch'entriamo in questa città e tacciamo; perché allora Maria ella parlerà e pregherà per noi. Ond'esorta un divoto autore (Benedetto Fernandez, in c. 3 Gen.) tutti i peccatori a ricoverarsi sotto il manto di Maria, dicendo: Fugite, o Adam, o Eva, fugite eorum liberi intra sinum Matris Mariae. Ipsa est civitas refugii, spes unica peccatorum: Fuggite, o Adamo, o Eva, e voi loro figli che avete sdegnato Dio, fuggite e ricoveratevi nel seno di questa buona Madre. Non lo sapete ch'ella è l'unica città di rifugio e l'unica speranza de' peccatori? come già la chiamo S. Agostino: Unica spes peccatorum (Serm. 18, de sanct.). Ond'è che S. Efrem (De laud. Virg.) le dice: Voi siete l'unica avvocata de' peccatori e di coloro che sono privi d'ogni soccorso. E con ciò la saluta: Ave peccatorum refugium et hospitium, ad quam nimirum confugere possunt peccatores: Dio vi salvi, rifugio e ricettacolo de' peccatori, in cui solamente i peccatori posson trovare scampo e ricetto» (S. Alfonso Maria del Liguori, Le glorie di Maria, III, 2).


INTROITUS
Sedulius.- Salve, sancta Parens, eníxa puérpera Regem: qui coelum terrámque regit in saecula sæculórum. ~~ Ps 44:2.- Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. ~~ Glória ~~ Salve, sancta Parens, eníxa puérpera Regem: qui coelum terrámque regit in saecula sæculórum.

Sedulius.- Salve, o Madre santa, tu hai partorito il Re gloriosamente; egli governa il cielo e la terra per i secoli in eterno. ~~ Ps 44:2. - Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero mentre al Sovrano canto il mio poema. ~~ Gloria ~~ Salve, o Madre santa, tu hai partorito il Re gloriosamente; egli governa il cielo e la terra per i secoli in eterno.


Gloria


ORATIO
Orémus.
Omnipotens et misericors Deus, qui in beata semper Virgine Maria peccatorum refugium et auxilium collocasti: concede; ut, ipsa protegente, a culpis omnibus absoluti, misericordiæ tuæ effectum felicem consequamur. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Onnipotente e misericordioso Iddio, che hai collocato nella beata e sempre Vergine Maria un rifugio e un aiuto per i peccatori: concedici che, mediante la sua protezione, possiamo, assolti da ogni colpa, conseguire il felice effetto della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Sapiéntiæ.
Eccli 24:14-16.
Ab inítio et ante saecula creáta sum, et usque ad futúrum saeculum non désinam, et in habitatióne sancta coram ipso ministrávi. Et sic in Sion firmáta sum, et in civitáte sanctificáta simíliter requiévi, et in Ierúsalem potéstas mea. Et radicávi in pópulo honorificáto, et in parte Dei mei heréditas illíus, et in plenitúdine sanctórum deténtio mea.

Da principio e prima dei secoli io fui creata, e per tutta l'eternità io non cesserò di essere; nel tabernacolo santo, dinanzi a Lui ho esercitato il mio ministero, poi ebbi fissa dimora in Sion. Nella città santa parimenti posai ed in Gerusalemme è il mio potere. Gettai le mie radici in un popolo illustre, nella porzione del mio Dio, nel suo retaggio, e la mia abitazione fu nella piena adunanza dei santi.

GRADUALE
Benedícta et venerábilis es, Virgo María: quæ sine tactu pudóris invénia es Mater Salvatóris.
V. Virgo, Dei Génetrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo.

Tu sei benedetta e venerabile, o Vergine Maria, che senza offesa del pudore sei diventata la Madre del Salvatore.
V. Vergine Madre di Dio, nel tuo seno, fattosi uomo, si rinchiuse Colui che l'universo non può contenere.

ALLELUIA
Allelúia, allelúia.
V. Post partum, Virgo, invioláta permansisti: Dei Génetrix, intercéde pro nobis. Allelúia.

Alleluia, alleluia.
V. O Vergine, anche dopo il parto tu rimanesti inviolata; o Madre di Dio, prega per noi. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc 11:27-28
In illo témpore: Loquénte Iesu ad turbas, extóllens vocem quædam múlier de turba, dixit illi: Beátus venter, qui te portávit, et úbera, quæ suxísti. At ille dixit: Quinímmo beáti, qui áudiunt verbum Dei, et custódiunt illud.

In quel tempo, mentre Gesù parlava alla folla, avvenne che una donna, tra la folla, alzò la voce e disse: «Beato il seno che ti ha portato e il petto che ti ha nutrito». Ma egli disse: «Beati, piuttosto, coloro che ascoltano la parola di Dio, e la custodiscono».

OFFERTORIUM
Luc 1:28; 1:42
Ave, María, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui.

Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo.

SECRETA
Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per la tua clemenza, Signore, e per l'intercessione della beata sempre vergine Maria, l'offerta di questo sacrificio giovi alla nostra prosperità e pace nella vita presente e nella futura. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

COMMUNIO
Beáta viscera Maríæ Vírginis, quæ portavérunt ætérni Patris Fílium.

Beato il seno della Vergine Maria, che portò il Figlio dell'eterno Padre

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sumptis, Dómine, salútis nostræ subsídiis: da, quaesumus, beátæ Maríæ semper Vírginis patrocíniis nos ubíque prótegi; in cuius veneratióne hæc tuæ obtúlimus maiestáti. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ricevuti i misteri della nostra salvezza, ti preghiamo, o Signore, di essere ovunque protetti dalla beata sempre vergine Maria, ad onore della quale abbiamo presentato alla tua maestà questo sacrificio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


venerdì 9 agosto 2019

Sanctae Clarae, Virginis, omnium Clarissarum Institutricis


La vergine Chiara, nobile, nata ad Assisi nell'Umbria, ad esempio di san Francesco, suo concittadino, convertì e distribuì tutti i suoi beni in elemosine e mezzi d'assistenza per i poveri. Fuggendo il tumulto del suolo, si ritirò nella chiesa della Porziuncola, dove san Francesco le tagliò i capelli, ed ella resistete fortemente ai parenti che tentavano di ricondurla nel mondo. Condotta poi dallo stesso nella chiesa di san Damiano, il Signore le mandò parecchie compagne; e così ella istituì una comunità di religiose di cui accettò il governo solo per cedere alle reiterate istanze di san Francesco. Ella governò mirabilmente il suo monastero per quarantadue anni con sollecitudine, prudenza, timor di Dio ed esatta osservanza delle regole; che la sua vita era per le altre ammaestramento ed esempio, da cui apprendevano a regolare la loro vita.
Al fine di fortificare lo spirito soggiogando la carne, aveva per letto la nuda terra e talvolta dei sarmenti, e per cuscino un duro pezzo di legno. Aveva una sola tonaca con un mantello di stoffa rozza e grossolana, e un aspro cilizio cingeva la sua carne. Era tale la sua astinenza, che tre giorni della settimana per molto tempo non prese assolutamente niente per sostenere il suo corpo; e gli altri giorni si limitava a tale piccola quantità di cibo, che le altre si meravigliavano come potesse vivere. Prima di ammalarsi, faceva due quaresime all'anno non prendendo che pane ed acqua. Inoltre dedita continuamente alle veglie e all'orazione, passava in esse la maggior parte del giorno e della notte. Infermità di lunga durata non permettendole di levarsi da sola per i lavori materiali, si levava aiutata dalle sorelle; quindi, appoggiato il dorso a dei sostegni, lavorava colle proprie mani per non rimaner oziosa neppure nelle sue infermità. Amante sopratutto della povertà, non se ne allontanò per nessuna necessità; è ricusò costantissimamente delle possessioni offertele da Gregorio IX per il sostegno delle suore.
La sua grande santità fu illustrata da molti e vari miracoli. Restituì l'uso della parola ad una suora dèi suo monastero; a un'altra restituì l'udito; liberò un'altra dalla febbre, un'altra dalla idropisia, un'altra da una fistola e altre da altre malattie. Guarì di pazzia un frate dell'ordine dei Minori. Essendo venuto a mancare totalmente l'olio nel monastero, Chiara preso un'orciuolo, lo lavò e si trovò ripieno d'olio per un miracolo della divina bontà. Moltiplicò mezzo pane così, che bastò a cinquanta suore. Allorché i Saraceni cercavano, nell'assedio d'Assisi, d'invadere il monastero di Chiara, ella, benché malata, si fece portare alla porta della casa tenendo la scatola ove si custodiva il santissimo sacramento dell'Eucaristia, facendo questa preghiera: «Non abbandonare, o Signore, alle belve le anime che ti lodano, e proteggi le tue ancelle, che hai riscattato col tuo sangue prezioso». Mentre così pregava. si udì questa voce: «Io vi proteggerò sempre». Difatti i Saraceni parte si diedero alla fuga, parte, già saliti sulle mura, divenuti ciechi, caddero per di dietro. Infine, questa Vergine, negli ultimi estremi visitata da un coro di sante Vergini biancovestite (fra le quali si distingueva una più risplendente di tutte le altre), ricevuta la santa Eucaristia e favorita da Innocenzo IV dell'indulgenza plenaria, il 12 Agosto rese l'anima a Dio. Glorificata poi dopo morte da moltissimi miracoli, Alessandro IV l'annoverò fra le sante Vergini


Ex Missali Seraphico
Duplex Iae classis

INTROITUS
Ps 44, 11.-   Audi, filia, et vide, et inclina aurem tuam, et obliviscere populum tuum, et domum patris tui  ~~ Ps ibid, 2. - Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. ~~ Glória ~~ Audi, filia, et vide, et inclina aurem tuam, et obliviscere populum tuum, et domum patris tui 
Ps 44, 11. – Ascolta, figlia, guarda e porgi orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. ~~ Ps ibid, 2. – Gettò il mio cuore una buona parole: canto al Re il mio poema. ~~ Gloria ~~ Ascolta, figlia, guarda e porgi orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. 


Gloria



ORATIO

Orémus.
Famulos tuos, quaesumus Domine, beatae Virginis tuae Clarae votiva natalitia recensentes, coelestium gaudiorum sua facias interventione participes, et tui Unigeniti cohaeredes: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ti preghiamo, o Signore, perché coloro che celebrano la nascita al cielo della beata tua Vergine Chiara tu faccia, per sua intercessione, partecipi dei guadii celesti e coeredi del tuo Unigenito, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


Il giorno dell’Ottava si dice
Deus, qui Ecclesiam tuam beatae Virginis Clarae miris illustras virtutum splendoribus et nova prole fecundas: concede, propitius; ut per ejus vestigia gradientes, aeternae gloriae claritatem consequi mereamur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Dio, che illustri la tua Chiesa con gli splendori mirabili delle virtù di santa Chiara, e con la sua nuova famiglia religiosa la amplifichi: concedici, propizio, che seguendo le sue orme meritiamo di conseguire lo splendore dell’eterna gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Sapientiae.
Cant. 2, 10-14
En dileclus meus loquiturmihi: Surge, propera amica mea, columba mea, formosa mea, et veni. Jam enim hiems transiit, imber abiit, et recessit. Flores apparuerunt in terra nostra; tempus putati6nis advenit: vox tiirturis audita est in terra nostra: ficus protulit grossos suos: vineae florentes dede- runt odorem suum. Surge, amica mea, speciosa mea, et veni: columba mea in foraminibus petrae, in caverna maceriae, ostende mihi faciem tuam, sonet vox tua in auribus meis: vox enim tua dulcis, et facies tua decora.

Ecco, che il mio Diletto mi parla. Sorgi, affrettati, o mia Diletta, colomba mia  speciosa mia, e vieni. Perocché già l'inverno passò, i tempo piovoso andò via, e sparì.   I fiori apparvero sulla nostra terra, il tempo di potare è venuto: la voce della tortorella si udì nella nostra campagna.  Il fico ha messo fuori i frutti suoi primaticci: le vigne fiorite han dato il loro odore: sorgi, o mia Diletta, mia speciosa, e vieni. Colomba mia nelle fessure della pietra, nell'apertura della maceria: fammi vedere il tuo volto, la tua voce si faccia sentire alle mie orecchie; perocché dolce è la tua voce, e bello il tuo volto.  

GRADUALE
Ps. 44, 14-15
Adducentur Regi virgines post eam : proximae ejus afferentur tibi.
V. Afferentur in laetitia, et exsultatione : adducentur in templum Regis.

Saranno presentate al re dopo di lei altre vergini: le compagne di lei saranno condotte a te. 
V. Saranno condotte con allegrezza, e con festa, saran menate al tempio del re.

ALLELUIA
Allelúja, allelúja.
Ps. 13, 22.
Benedixit te Dominus in virtute sua; quia per te ad nihilum redegit inimicos. Alleluja.

Alleluia, alleluia.
Il Signore ti ha benedetta comunicandoti la sua possanza, e ha per mezzo di te annichilati i nostri nemici. Alleluia.


EVANGELIUM 
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 25:1-13
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Simile erit regnum coelórum decem virgínibus: quæ, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsæ. Quinque autem ex eis erant fátuæ, et quinque prudéntes: sed quinque fátuæ, accéptis lampádibus, non sumpsérunt óleum secum: prudéntes vero accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus. Horam autem faciénte sponso, dormitavérunt omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, sponsus venit, exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illæ, et ornavérunt lámpades suas. Fátuæ autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia lámpades nostræ exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem irent émere, venit sponsus: et quæ parátæ erant, intravérunt cum eo ad núptias, et clausa est iánua. Novíssime vero véniunt et réliquæ vírgines, dicéntes: Dómine, Dómine, aperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico vobis, néscio vos. Vigiláte ítaque, quia nescítis diem neque horam.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti, invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si udì un clamore: “Ecco viene lo sposo: uscitegli incontro”. Allora tutte le vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle prudenti: “Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per spegnersi”. Risposero le prudenti dicendo: “Non basterebbe né a noi, né a voi: andate piuttosto dai rivenditori e compratevene”. Mentre esse andavano, giunse lo Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la porta fu chiusa. All'ultimo momento, vi conosco”. Vigilate, dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora».


Credo



OFFERTORIUM
Ps. 44, 14-15
Adducentur Regi virgines post eam: proximae ejus afferentur tibi in laetitia, et exsultatione: adducentur in templum Regi Domino.

Saranno presentate al re dopo di lei altre vergini: le compagne di lei saranno condotte a con allegrezza, e con festa, saran menate al tempio al Re Signore.

SECRETA
Oblata tibi, quaesumus Domine, dona sanclifica: quae Majestati tuae accepta faciat beatae Virginis tuae Clarae intercessio veneranda. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, Signore, i doni offerti: l’intercessione venerabile della tua beata Vergine Chiara li renda accetti alla tua Maestà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. 

PRÆFATIO DE SANCTA CLARA
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre: nos tibi semper et ubique gratias agere, Domine, sancte Pater, omnipotens ætérne Deus. Qui famulam tuam Claram, per beatum Franciscum, studio vitae sublimioris incensam ad sanctae Mariae Virginis aram Filio tuo mystice desponsasti: eamque ad serphicae perfectionis culmen evectam, matrem plurimarum virginum delegisti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus : cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicentes

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza rendere grazie sempre e in ogni luogo a Te, Signore, Padre Santo, Iddio onnipotente ed eterno. Tu, per mezzo del beato Francesco, hai acceso nella tua serva Chiara l’amore di una vita più sublime e l’hai unita in mistico sposalizio al tuo Figlio all’altare della Santa Vergine Maria; ed elevata al culmine della serafica perfezione, l’hai eletta Madre di molte Vergini. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine 

COMMUNIO
Quinque prudentes virgines acceperunt oleum in vasis suis cum lampadibus; media autem nocte clamor factus est: Ecce sponsus venit, exite obviam Christo Domino.

Le cinque vergini prudenti presero l’olio nei loro vasetti assieme alle lampade. A mezzanotte ci fu un clamore: “Ecco lo sposo viene! Andate incontro a Cristo Signore”

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Protegant, quaesumus Domine, plebem tuam gloriosae Virginis tuae Clarae continuata praesidia: et sumpta pro illius gloria Corporis tui sacri, et pretiosi Sanguinis sacramenta: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Proteggano, o Signore, il tuo popolo li costante presidio della gloriosa tua Vergine Chiara, ed il Sacramento del tuo Sacro Corpo e Prezioso Sangue che in sua gloria abbiamo assunto. Tu che vivi e regni con Dio Padre, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.



Qui la Messa di Santa Chiara del Messale Romano

lunedì 5 agosto 2019

San Giovanni Maria Vianney, Prete e Confessore, Patrono dei Parroci


“Giovanni Maria Vianney, nato l'8 maggio 1786 da pii contadini nel villaggio di Dardilly, nella diocesi di Lione, fin dall'infanzia diede molti segni di santità. A otto anni mentre custodiva le pecore, soleva ora insegnare colla parola e coll'esempio a recitare il Rosario ai bambini genuflessi dinanzi alla immagine della Madre di Dio. ora, lasciata la cura del gregge alla sorella o ad altro, appartarsi in luogo più nascosto per darsi più liberamente alla preghiera davanti all'effigie della Vergine. Amantissimo dei poveri, faceva sue delizie condurli nella casa paterna e aiutarli in ogni maniera. Per essere istruito nelle lettere, venne affidato al parroco del villaggio di Ecully; ma essendo tardo d'ingegno, incontrò negli studi difficoltà quasi insormontabili. Col digiuno e coll'orazione implorò l'aiuto divino, e per chiedere la facilità ad apprendere, pellegrinò, mendicando, al sepolcro di san Francesco Regis. Compiuto con fatica il corso di Teologia, fu trovato abbastanza idoneo per essere ordinato in sacris. Nel villaggio di Ecully, sotto il parroco, di cui era stato eletto vicario, si sforzò con tutte le forze di raggiungere i gradi più alti della perfezione pastorale. Trascorso un triennio, fu mandato, come un Angelo del cielo, nella borgata di Ars, che non molto dopo fu assegnata alla diocesi di Belley, e rinnovò in maniera floridissima la faccia della sua parrocchia del tutto squallida e deserta. Assiduo ogni giorno per moltissime ore nel giudicare e dirigere le coscienze, introdusse l'uso della Comunione frequente, rinnovò le pie confraternite: e in modo meraviglioso infuse negli animi una tenera devozione alla Vergine Immacolata. Stimando poi essere del pastore espiare i peccati del gregge affidato, non cessava né di pregare, né di vegliare, né di flagellarsi e digiunare continuamente. Non potendo Satana sopportare tanta virtù dell'uomo di Dio, lo assalì prima con vessazioni e poi con aperto combattimento: ma Giovanni Maria sopportava pazientemente le atrocissime afflizioni. Spesso era invitato dalle parrocchie vicine, affinché, come i Missionari, provvedesse alla salvezza delle anime ora colla predicazione ora coli'ascoltare le confessioni. Acceso di zelo per la gloria di Dio, fece sì che i pii esercizi delle Missioni venissero istituiti, colla fondazione d'una dotazione perpetua, in più di cento parrocchie. In mezzo a queste cose, rendendo Iddio illustre il suo servo con miracoli e doni, sorse quel celebre pellegrinaggio, onde, per un ventennio, affluirono ogni anno ad Ars quasi centomila persone d'ogni età e condizione non solo dalle lontane provincie della Francia e d'Europa, ma anche dall'America. Consunto più dalle fatiche che dalla vecchiaia, dopo aver predetto il giorno della sua morte, si addormentò nel bacio del Signore, il 4 Agosto dell'anno 1859, in età di anni 73. Chiaro per molti miracoli, Pio X l'iscrisse fra i Beati l'8 maggio 1905, e Pio XI fra i Santi del Cielo nell'anno santo 1925 il 31 maggio, e ne estese la festa alla Chiesa universale” (dal Breviario Romano, Letture del Mattutino).
Il Proprium Missae che pubblichiamo è tratto dall'Appendice del Messale Romano "pro aliquibus locis".




INTROITUS
Gal. 6, 14.- Mihi autem absit gloriári, nisi in cruce Dómini nostri Iesu Christi, per quem mihi mundus crucifíxus est, et ego mundo.  ~~   Ps. 30, 2.- In te, Dómine, sperávi, non confúndar in ætérnum : in iustitia tua libera me.  ~~   Glória   ~~   Mihi autem absit gloriári, nisi in cruce Dómini nostri Iesu Christi, per quem mihi mundus crucifíxus est, et ego mundo.

Gal 6:14.- Di nulla mi glorio se non della Croce di Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo suo è crocifisso a me il mondo, come io sono crocifisso per il mondo.  ~~   Ps. 30, 2.- In te, Signore, ho sperato e mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami.  ~~  Gloria   ~~  Di nulla mi glorio se non della Croce di Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo suo è crocifisso a me il mondo, come io sono crocifisso per il mondo.


Gloria


ORATIO
Orémus.
Omnípotens et miséricors Deus, qui sanctum Ioánnem Maríam pastoráli stúdio et iugi oratiónis ac poeniténtiæ ardóre mirábilem effecísti: da, quaesumus; ut, eius exémplo et intercessióne, ánimas fratrum lucrári Christo, et cum eis ætérnam glóriam cónsequi valeámus. Per eundem Dominum nostrum Iesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo
Dio onnipotente e misericordioso, che rendesti mirabile san Giovanni Maria per lo zelo pastorale e per il continuo ardore della preghiera e della penitenza: danne, te ne preghiamo, che, per l'esempio e la intercessione di lui, riusciamo a guadagnare a Cristo le anime dei fratelli e a conseguire insieme con essi la gloria eterna. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Ezechiélis Prophétæ.     
Ezech. 33, 7 et 10-12. 
Et tu, fili hóminis, speculatórem dedi te dómui Israël; áudiens ergo ex ore meo sermónem, annuntiábis eis ex me. Tu ergo, fili hóminis, dic ad domum Israël: Sic locúti estis, dicentes: Iniquitátes nostræ et peccáta nostra super nos sunt; et in ipsis nos tabéscimus: quómodo ergo vívere potérimus? Dic ad eos: Vivo ego, dicit Dóminus Deus, nolo mortem ímpii, sed ut convertátur ímpius a via sua, et vivat. Convertímini, convertímini a viis vestris péssimis; et quare moriámini, domus Israël? Tu ítaque, fili hóminis, dic ad fílios pópuli tui: Impíetas ímpii non nocébit ei, in quacúmque die convérsus fúerit ab impietáte sua.

O figlio dell'uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. Tu, figlio dell'uomo, annunzia agli Israeliti: «Voi dite: “I nostri delitti e i nostri peccati sono sopra di noi e in essi noi ci consumiamo! In che modo potremo vivere?”». Di’ loro: «Com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore Dio - io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua condotta e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa! Perché volete perire, o Israeliti?». Figlio dell'uomo, di’ ancora ai figli del tuo popolo: «L'empio non cade per la sua iniquità se desiste dall'iniquità».

GRADUALE
Ps. 44, 2.      
Eructávit cor meum verbum bonum : dico ego ópera mea Regi.
Ps. 38, 4.
Concáluit cor meum intra me, et in meditatióne mea exardescet ignis.

Il mio cuore ha gettato una buona parola: io recito le mie opere al Re
V. Arse in me il mio cuore e un fuoco divampò nelle mie considerazioni.

ALLELUIA
Allelúia, allelúia
Eccli. 48, 1.
Surrexit quasi ignis, et verbum ipsíus quasi fácula ardebat. Allelúia.

Alleluia, alleluia
Sorse come il fuoco e la sua parola ardeva come una fiaccola. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia   sancti Evangélii secundum Matthǽum.
Mt. 9, 35-38.
In illo témpore : Circuíbat Iesus omnes civitátes et castélla, docens in synagógis eórum et prǽdicans evangélium regni, et curans omnem languórem et omnem infirmitátem. Videns autem turbas, misértus est eis : quia erant vexáti et iacéntes sicut oves non habéntes pastórem. Tunc dicit discípulis suis : Messis quidem multa, operárii autem pauci. Rogáte ergo Dóminum messis, ut mittat operários in messem suam.

In quel tempo, Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!».

OFFERTORIUM
Coloss. 1, 24-25.  
Gáudeo in passiónibus, et adímpleo ea quæ desunt passiónum Christi in carne mea, pro córpore eius quod est Ecclesía, cuius factus sum ego miníster.

Sono lieto delle sofferenze che sopporto e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa, della quale sono diventato ministro.

SECRETA
Super hanc illibátam hóstiam, omnípotens sempitérne Deus, descéndat invisíbilis plenitúdo Spíritus Sancti : et præsta ; ut intercedénte beáto Ioánne María, casto córpore et mundo corde ad tantum semper mystérium accedámus.Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate eiusdem Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Su questa ostia illibata discenda, onnipotente e sempiterno Iddio, l’invisibile pienezza dello Spirito Santo e fa’ che, per l’intercessione del beato Giovanni Maria, ci accostiamo sempre a cotanto mistero con corpo casto e cuore puro. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

COMMUNIO
Luc. 6, 17-19.       
Multitúdo languéntium, et qui vexabántur a spirítibus immúndis veniébant ad Iesum ; quia virtus de illo exíbat, et sanábat omnes.

Andava da Gesù una moltitudine di malati e di persone vessate dagli spiriti mondi: infatti da Lui usciva una virtù che li guariva tutti.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Angelórum dape refécti, te, Dómine, deprecámur : ut sicut in fortitúdine huius panis beátus Ioánnes María advérsu ómnia invícta constántia tolerávit ; ita nos eius méritis et imitatióne, de virtúte in virtútem eúntes, ad te felíciter perducámur. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Saziati dall’angelico banchetto,ti preghiamo, o Signore, che come il beato Giovanni Maria tollerava ogni cosa con invitta costanza per la forza di questo Pane, così noi, per i suoi meriti e per la sua imitazione, progredendo di virtù virtù, giungiamo felicemente a te. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.




domenica 4 agosto 2019

In solemnitate Sancti Patris nostri Dominici, confessoris, Ordinis Praedicatorum fundatoris

"Domenico, nato a Calahorra nella Spagna, dalla nobile famiglia dei Gusman, s'applicò a Palencia allo studio della letteratura e della teologia; nel quale studio fece tali progressi, che prima fu creato canonico regolare della chiesa di Osma, e in seguito fondò l'ordine dei frati Predicatori. Sua madre , mentre lo portava in seno , ebbe un sogno, in cui le parve di portare un piccolo cane avente in bocca una torcia colla quale, venuto alla luce, avrebbe incendiato l'universo. Questo sogno significava che lo splendore della santità e dottrina di lui infiammerebbe i popoli alla pietà cristiana. L'esito comprovò il presagio; perché e lo verificò per sé, e poi l'ha continuato per mezzo dei membri del suo ordine. Il suo talento e la sua virtù si segnalarono soprattutto nel combattere gli eretici, che cercavano di pervertire coi loro perniciosi errori i Tolosani; nella quale opera impiegò sette anni. Quindi andò a Roma col vescovo di Tolosa al concilio di Laterano, per ottenere da Innocenzo III la conferma dell'ordine che aveva istituito. Mentre si delibera, Domenico, per consiglio del Pontefice, ritorna dai suoi, affin di scegliere una regola. Di ritorno a Roma ottiene da Onorio III, successore immediato di Innocenzo, l'approvazione dell'ordine dei Predicatori. Egli fondò a Roma due conventi, uno di uomini, e l'altro di donne. Richiamò pure tre morti alla vita, e fece molti altri miracoli, onde l'ordine dei Predicatori cominciò a propagarsi meravigliosamente. Ma mentre dappertutto per opera sua s'innalzavano conventi, e numerosissime persone regolavano la loro vita secondo la religione e la pietà, egli fu assalito da febbre a Bologna nell'anno di Cristo 1221. Comprendendo che ne sarebbe morto, radunati i suoi frati e quanti si venivano formando sotto la sua direzione, li esortò all'innocenza e all'integrità dei costumi. In ultimo lasciò loro in testamento, come certo patrimonio, la carità, l'umiltà, la povertà; e mentre i frati pregando dicevano queste parole: «Soccorretelo, Santi di Dio, venitegli incontro, o Angeli», s'addormentò nel Signore il 6 Agosto. Poi il Papa Gregorio IX lo mise nel numero dei Santi.l suo talento e la sua virtù si segnalarono soprattutto nel combattere gli eretici, che cercavano di pervertire coi loro perniciosi errori i Tolosani; nella quale opera impiegò sette anni. Quindi andò a Roma col vescovo di Tolosa al concilio di Laterano, per ottenere da Innocenzo III la conferma dell'ordine che aveva istituito. Mentre si delibera, Domenico, per consiglio del Pontefice, ritorna dai suoi, affin di scegliere una regola. Di ritorno a Roma ottiene da Onorio III, successore immediato di Innocenzo, l'approvazione dell'ordine dei Predicatori. Egli fondò a Roma due conventi, uno di uomini, e l'altro di donne. Richiamò pure tre morti alla vita, e fece molti altri miracoli, onde l'ordine dei Predicatori cominciò a propagarsi meravigliosamente. Ma mentre dappertutto per opera sua s'innalzavano conventi, e numerosissime persone regolavano la loro vita secondo la religione e la pietà, egli fu assalito da febbre a Bologna nell'anno di Cristo 1221. Comprendendo che ne sarebbe morto, radunati i suoi frati e quanti si venivano formando sotto la sua direzione, li esortò all'innocenza e all'integrità dei costumi. In ultimo lasciò loro in testamento, come certo patrimonio, la carità, l'umiltà, la povertà; e mentre i frati pregando dicevano queste parole: «Soccorretelo, Santi di Dio, venitegli incontro, o Angeli», s'addormentò nel Signore il 6 Agosto. Poi il Papa Gregorio IX lo mise nel numero dei Santi" (Breviario Romano, Lezioni 4-6 del Mattutino). 
Benedetto XV a proposito del Patriarca Apostolico scrive: «Come egli fu del tutto uomo di Dio e veramente Dominicus [i.e. uomo del Signore], così fu tutto della Santa Chiesa, la quale ha in lui un invincibile campione della Fede. L’Ordine dei Predicatori da lui istituito fu sempre valido baluardo in difesa della Chiesa Romana. Pertanto, non solo può dirsi che Domenico "fu ai suoi giorni ristoratore del tempio" (Eccli, L, 1), ma che provvide alla difesa di esso anche per il futuro, avverandosi le parole profetiche che Onorio III scrisse nel confermare l’Ordine nascente: “ … i frati del tuo Ordine saranno gli atleti della Fede e veri luminari del mondo”» (Fausto appetente die, 29 giugno 1921).


PROPRIUM MISSAE
Ex Proprio Ordinis Praedicatorum

Messa in rito domenicano presso l'Arca di san Domenico (Bologna)
INTROITUS
Eccli 15:5. - In médio Ecclésiæ apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiæ et intelléctus: stolam glóriæ índuit eum ~~ Eccli. 15, 6. - Iucunditátem et exsultatiónem thesaurizábit   super illum. ~~ Glória ~~ In médio Ecclésiæ apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiæ et intelléctus: stolam glóriæ índuit eum

Eccli 15:5. - Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. ~~ Eccli. 15, 6. - Accumulerà per lui un tesoro di giocondità e di esultanza. ~~ Gloria ~~ Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. 


Gloria


ORATIO

Orémus.
Deus, qui Ecclésiam tuam beáti Dominici Confessóris tui Patris nostri illumináre dignátus es méritis et doctrinis: concéde; ut eius intercessióne temporalibus non destituatur auxiliis, et spiritualibus semper profíciat increméntis. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, ti sei degnato di illuminare la tua Chiesa coi meriti e la dottrina del tuo beato confessore Domenico,nostro Padre; fa' che, per sua intercessione, essa non sia mai privata dei soccorsi temporali e abbia sempre più copiosi sviluppi spirituali. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
2 Tim 4:1-8. Caríssime: Testíficor coram Deo, et Iesu Christo, qui iudicatúrus est vivos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum eius: praedica verbum, insta opportúne, importúne: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria coacervábunt sibi magístros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístæ, ministérium tuum ímpie. Sóbrius esto. Ego enim iam délibor, et tempus resolutiónis meæ instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna iustítiæ, quam reddet mihi Dóminus in illa die, iustus iudex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum eius.

Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me, il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta. 

GRADUALE
Ps. 36, 30-31. 
Os iusti meditábitur sapiéntiam, et lingua eius loquétur iudícium.
V. Lex Dei eius in corde ipsíus : et non supplantabúntur gressus eius.

La bocca del giusto esprimerà parole di sapienza e la sua lingua parlerà con giudizio.
V. La legge del suo Dio è nel suo cuore:non sarà esitante il suo andare.

ALLELUIA
Allelúia, allelúia
Pie Pater Domínice, tuórum memor óperum, sta coram summo Iúdice pro tuo cœtu páuperum.

Alleluia, alleluia.
Buon padre Domenico, memore della tua opera, intercedi presso il sommo Giudice in favore dei tuoi poveri.


SEQUENTIA
In cælésti hierarchía,
nova sonet harmonía,
novo ducta cántico.

Cui concórdet in hac via,
nostri chori melodía
congáudens Domínico.

Ex Ægýpto vastitátis
virum suæ voluntátis
vocat Auctor sǽculi.

In fiscélla paupertátis,
flumen transit vanitátis
pro salúte pópuli.

In figúra cátuli,
Prædicátor sǽculi
Matri præmonstrátur.

Portans ore fáculam,
ad amóris régulam
pópulos hortátur.

Hic est novus legislátor
hic Elías æmulátor,
et detéstans crímina.

Vulpes díssipat Samsónis
et in tuba Gedeónis
hostis fugat ágmina.

A defúnctis revocátum,
matri vivum reddit natum,
vivens adhuc córpore.

Signo crucis imber cedit,
turba fratrum panem edit,
missum Dei múnere.

Felix per quem gáudia
tota iam Ecclésia
sumens exaltátur.

Orbem replet sémine:
in cælórum ágmine
tandem collocátur.

Iacet granum occultátum
sidus latet obumbrátum,
sed Plasmátor ómnium

Ossa Ioseph pulluláre,
sidus iubet radiáre,
in salútem géntium.

O quam probat carnis florem,
omnem súperans odórem,
túmuli fragrántia!

Ægri currunt et curántur
cæci, claudi reparántur,
virtútum frequéntia.

Laudes ergo Domínico
personémus mirífico,
voce plena.

Clama petens suffrágia,
eius sequens vestígia,
plebs egéna.

Sed tu Pater pie, bone,
Pastor gregis, et patróne,
prece semper sédula,

Apud cúriam summi Regis,
derelícti vices gregis
comménda per sǽcula. Amen. Allelúia.


Nella gerarchia celeste risuonino novella lode e novello canto. / A lei risponda su questa terra la melodia del cuor nostro, gioendo con Domenico. / Dalla vastità dell’Egitto l’Autor del secolo chiama l’uomo del suo volere. / Sulla navicella della Povertà attraversa il fiume delle vanità per la salvezza del popolo. / Il Predicatore del mondo viene predetto a sua madre come un cagnolino / portante in bocca una fiaccola: Egli esorta i popoli a seguire la regola della carità. / È lui il nuovo legislatore, l’emulo di Elia, colui che odia il peccato. / Egli disperde le volpi di Sansone e con la tromba di Gedeone mette in fuga le truppe del nemico. / Egli richiama dai morti il figlioletto e lo rende vivo a sua madre. / Con il segno della croce scaccia la pioggia e alla turba dei fratelli dà il pane come dono di Dio. / Beato è colui per il quale la Chiesa si esalta e si allieta. / Getta il seme nel mondo e alla fine è collocato nell’esercito del cielo. / Giace il chicco nascosto e non risplende l’astro, ma il Creatore di tutte le cose ha ordinato alle ossa di Giuseppe di moltiplicarsi e all’astro di risplendere per la salvezza delle nazioni. / O come si dimostra la verginità della sua carne: la dolce fragranza della sua tomba supera ogni profumo! / Molti sono i suoi miracoli: corrono a lui i malati e sono guariti, i ciechi e gli zoppi sono sanati. / Lodiamo dunque a piena voce il mirabile Domenico. / O voi poverelli, invocatelo e chiedete il suo aiuto e seguite le sue orme. / E tu, Padre pietoso e buono, Pastore del gregge e nostro Patrono, con preghiera costante / raccomanda il povero gregge alla corte del sommo Re in eterno. Amen. Alleluia

EVANGELIUM 
Sequéntia  sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittatur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut videant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putare, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, iota unum aut unus apex non praeteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvent unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli».


Credo


OFFERTORIUM
Ps. 20, 3 et 4. 
Desidérium ánimæ eius tribuísti ei, Dómine, et voluntáte labiórum eius non fraudásti eum : posuísti in cápite eius corónam de lápide pretióso.

Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, non hai respinto il voto delle sue labbra; gli hai posto sul capo una corona di pietre prezioso
SECRETA
Múnera tibi, Dómine, dicáta sanctífica: ut, méritis beáti Domínici Confessóris tui, Patris nostri, nobis profíciant ad medélam. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, Signore, i doni offerti; e per i meriti del tuo beato confessore Domenico, Padre nostro, ci servano di rimedio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. 

PRÆFATIO DE SANCTO DOMINICO 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre: nos tibi semper et ubique gratias agere, Domine, sancte Pater, omnipotens ætérne Deus. Qui in tuæ sanctæ Ecclésiæ decorem ac tutamen apostolicam vivendi formam, per beatissimum Patriarcham Dominicum, renovare voluisti. Ipse enim,Genitricis Filii tui semper ope suffultus, prædicatióne sua composuit hǽreses, fidei pugiles gentium in salutem instituit, et innumeras animas Christo lucrifecit. Sapientiam eius narrat populi, eiusque laudes nuntiam Ecclesias. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus : cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicentes

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza rendere grazie sempre e in ogni luogo a Te, Signore, Padre Santo, Iddio onnipotente ed eterno. Tu per il decoro e la difesa della tua Santa Chiesa hai voluto rinnovare per mezzo del beatissimo Patriarca Domenico la forma di vita apostolica. Egli, sempre sostenuto dalla Madre del tuo Figlio, con la sua predicazione abbatté le eresie, costituì degli atleti della fede per la salvezza delle genti e guadagnò a Cristo innumerabili anime. I popoli narrano la sua sapienza e la Chiesa annunzia le sue lodi. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine 

COMMUNIO
Luc 12:42 
Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno. 

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui peccatórum nostrórum póndere prémimur, beáti Domínici Confessóris tui, Patris nostri,patrocínio sublevémur. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedi, te ne preghiamo, Dio onnipotente, che oppressi come siamo dai nostri peccati, ne siamo sollevati in grazia del beato Domenico, tuo Confessore e nostro Padre. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Vigilia della solenne Commemorazione della B.V.M. del Monte Carmelo

  INTROITUS Ger 2, 7.- Induxi vos in terram Carmeli, ut comederitis fructum eius, et optima illius. ~~ Ps  132, 1.- Ecce quam bonum, et iucu...