lunedì 24 febbraio 2020

Missa “pro vitanda mortalitate in tempore pestilentiae"

In tempo di angustia la Santa Madre Chiesa non cessa di pregare Dio per impetrarne gli aiuti e la benigna cessazione dei suoi flagelli. Pertanto è naturale che come nelle solenni Litanie implori il Signore che tenga il suo popolo libero “ab omni malo … a subitanea et improvisa morte … a fulgure et tempestate … a flagello terraemotus … a peste, fame, et bello”, così nell’appendice del Messale Romano offra ai Sacerdoti il proprium della Missa pro vitanda mortalitate in tempore pestilentiae.
  
Claudio Saraceni, San Carlo comunica un appestato, 1618, Santa Maria dei Servi, Cesena

INTROITUS
2. Reg. 24, 16.- Recordáre, Dómine, testaménti tui, et dic Angelo percutiénti: Cesset jam manus tua, et non desolétur terra, et ne perdas omnem ánimam vivéntem. (T.P. Allelúja, allelúja.)  ~~  Ps. 79, 2.- Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph.  ~~  Recordáre, Dómine, testaménti tui, et dic Angelo percutiénti: Cesset jam manus tua, et non desolétur terra, et ne perdas omnem ánimam vivéntem. (T.P. Allelúja, allelúja.)  


Ps 17:7.-  Ricordati, o Signore, della tua alleanza, e di’ all’Angelo sterminatore: Trattieni la tua mano e non desolare la terrà né sterminare ogni essere vivente. (T.P. Alleluia, alleluia.)  ~~  Ps 17:2-3.-  Ascoltaci, tu che reggi Israele, tu che conduci Giuseppe come una pecorella.  ~~  Gloria  ~~  Ricordati, o Signore, della tua alleanza, e di’ all’Angelo sterminatore: Trattieni la tua mano e non desolare la terrà né sterminare ogni essere vivente. (T.P. Alleluia, alleluia.)  

ORATIO
Orémus.
Deus, qui non mortem, sed poeniténtiam desideras peccatórum: pópulum tuum ad te reverténtem propítius réspice; ut, dum tibi devótus  exsístit, iracúndiæ tuæ flagélla ab eo cleménter amóveas. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo
O Dio, che non la morte ma la penitenza desideri dei peccatori: riguarda, propizio, al popolo che a te rivolge e, mentre egli di esibisce la sua devozione, storna clementemente da esso i flagelli della tua ira. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te in unità con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Regum.
2. Reg. 24, 15-19 et 25.
In diébus illis: Immísit Dóminus pestiléntiam in Israël, de mane usque ad tempus constitútum, et mórtui sunt ex pópulo, a Dan usque ad Bersabée, septuagínta mília virórum. Cumque extendísset manum suam Angelus Dómini super Jerúsalem, ut dispérderet eam, misértus est Dóminus super afflictióne, et ait Angelo percutiénti pópulum: Súfficit; nunc cóntine manum tuam. Erat autem Angelus Dómini juxta arcam Aréuna Jebusaei. Dixítque David ad Dóminum, cum vidísset Angelum cædéntem pópulum: Ego sum, qui peccávi, ego iníque egi: isti, qui oves sunt, quid fecérunt? Vertátur, óbsecro, manus tua contra me et contra domum patris mei. Venit autem Gad prophéta ad David in die illa, et dixit ei: Ascénde, et constítue altare Dómino in área Aréuna Jebusaei. Et ascéndit David juxta sermónem Gad, quem præcéperat ei Dóminus. Et ædificávit altáre Dómino, et óbtulit holocáusta et pacífica: et propitiátus est Dóminus terræ, et cohíbita est plaga ab Israël.

In quei giorni, il Signore mandò la peste in Israele da quella mattina fino al tempo stabilito; e morirono del popolo da Dan fino a Bersabea, settanta mila persone. E mentre l'Angelo del Signore stendeva la sua mano sopra Gerusalemme per desolarla, il Signore ebbe pietà di tanta sciagura, e disse all'Angelo sterminatore del popolo: Basta: ritieni adesso la tua mano. Or l'Angelo del Signore stava presso l’aia di Areuna Jebuseo. E Davide, quando ebbe veduto l'Angelo, che percuoteva il popolo, disse al Signore: Io son quegli, che ho peccato, io che ho operato iniquamente: che han fatto costoro, che son le pecore? Contro di me, ti prego, rivolgasi la tua mano, e contro la casa del padre mio. E Gad andò quel giorno a trovare Davide, e gli disse: Va’, ed ergi un altare al Signore nell'aia di Areuna Jebuseo. E andò Davide secondo la parola dettagli da Gad per ordine del Signore. E Davide eresse in quel luogo un altare al Signore, e offerse olocausti, e ostie pacifiche: e il Signore si placò verso il paese, e fu posto fine alla mortalità, che straziava Israele.

GRADUALE
Ps. 106, 20-21.
Misit Dóminus verbum suum, et sanávit eos: et erípuit eos de morte eórum.
. Confiteántur Dómino misericórdiæ ejus: et mirabília ejus fíliis hóminum.

Mandò la sua Parola, e li risanò, e dalla loro perdizione li trasse.
. Lodino il Signore per le sue misericordie, e le sue meraviglie a pro dei figliuoli degli uomini

ALLELUIA
Allelúja, allelúja.
Ps. 68, 2.
Salvum me fac, Deus, quóniam intravérunt aquæ usque ad ánimam
meam. Allelúja.

Alleluia, alleluia.
Salvami, Dio, ché sono penetrate le acque fino all’anima mia. Alleluia

Dopo la Settagesima, omessa l’Alleluia, si dice il Tratto
Ps. 102, 10.
Dómine, non secúndum peccáta nostra, quæ fécimus nos: neque secúndum iniquitátes nostras retríbuas nobis.
Ps. 78, 8-9.
Dómine, ne memíneris iniquitátum nostrárum antiquárum: cito antícipent nos misericórdiæ tuæ, quia páuperes facti sumus nimis.
. Adjuva nos, Deus, salutáris noster: et propter glóriam nóminis tui, Dómine, líbera nos, et propítius esto peccátis nostris, propter nomen tuum.

Signore, non ricompensarci secondo i nostri peccati, né secondo le nostre iniquità.
. Signore, non ti ricordare delle pristine nostre iniquità: ci prevengano prontamente le tue misericordie, perché noi siam divenuti oltre modo miserabili.
. Aiutaci, o Dio, nostro Salvatore, e a gloria del nome tuo liberaci, e sii propizio a' peccati nostri pel nome tuo

Nel tempo pasquale, omesso il Graduale, si dice
Allelúja, allelúja.
Ps. 68, 2.
Salvum me fac, Deus, quóniam intravérunt aquæ usque ad ánimam
meam. Allelúja.
Zach. 8,7 et 8.
Salvábo pópulum meum Israël in die malo, et ero eis in Deum, in veritáte et justítia. Allelúja.

Alleluia, alleluia.
Salvami, Dio, ché sono penetrate le acque fino all’anima mia. Alleluia
Salverò il mio popolo Israele nel giorno cattivo e sarò loro Dio nella verità, e nella giustizia. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia  sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 4, 38-44.
In illo témpore: Surgens Jesus de synagóga, introívit in domum Simónis. Socrus autem Simónis tenebátur magnis fébribus: et rogavérunt illum pro ea. Et stans super illam, imperávit febri: et dimísit illam. Et contínuo surgens, ministrábat illis. Cum autem sol occidísset, omnes, qui habébant infírmos váriis languóribus, ducébant illos ad eum. At ille síngulis manus ímponens, curábat eos. Exíbant autem dæmónia a
multis, clamántia et dicéntia: Quia tu es Fílius Dei: et íncrepans non sinébat ea loqui, quia sciébant ipsum esse Christum. Facta autem die egréssus ibat in desértum locum, et turbæ requirébant eum, et venerunt usque ad ipsum: et detinébant illum, ne discéderet ab eis. Quibus ille ait: Quia et aliis civitátibus opórtet me evangelizáre regnum Dei: quia ideo missus sum. Et erat prǽdicans in synagógis Galilaeæ.

In quel tempo, uscito Gesù darla sinagoga, entrò nella casa di Simone. E la suocera di Simone era stata presa da grossa febbre: e a lui la raccomandarono. Ed egli chinatosi verso di lei, fe' comando alla febbre: e la febbre lasciolla. E subitamente levatasi gli andava servendo. Tramontato poi il sole, tutti quelli, che avevano dei malati di questo, o di quel malore, li conducevano da lui. Ed egli, imposte a ciascuno di essi le mani, li risanava. E uscivan da molti i demonj gridando, e dicendo: Tu sei il figliuolo di Dio: ma egli sgridandoli non permetteva loro di dire, come sapevano, essere lui il Cristo. E fattosi giorno si parti per andare in luogo deserto, e le turbe lo cercavano, e arrivaron fino a lui: e lo ritenevano, perché non si partisse da loro. Alle quali però egli disse: Bisogna, che anche alle altre città io evangelizzi il regno di Dio: dappoiché per quésto sono stato mandato. E predicava nelle sinagoghe della Galilea.

OFFERTORIUM
Num. 16, 48.
Stetit póntifex inter mórtuos et vivos, habens thuríbulum áureum in manu sua: et ófferens incénsi sacrifícium, placávit iram Dei, et cessávit quassátio a Dómino. (T.P. Allelúja.)

Stette il pontefice fra i morti ed i vivi, tenendo nella sua mano il turibolo d’oro: ed offrendo il sacrificio dell’incenso, placò l’ira di Dio e cessò il flagello del Signore.

SECRETA
Subvéniat nobis, quaesumus, Dómine, sacrifícii præséntis oblátio: quæ nos et ab erróribus univérsis poténter absolvat, et a totíus erípiat perditiónis incúrsu. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ci aiuti, o Signore, l’oblazione di questo sacrificio: ci assolva con la sua potenza da tutti gli errori e ci scampi da ogni pericolo di perdizione. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te in unità con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

COMMUNIO
Luc. 6, 17, 18 et 19.
Multitúdo languéntium, et qui vexabántur a spirítibus immúndis, veniébant ad eum: quia virtus de illo exíbat, et sanábat omnes. (T.P. Allelúja.)

Una gran folla malati, e quelli, che erano tormentati dagli spiriti immondi, accorevano a Lui, perché scaturiva da lui una virtù, la quale rendeva a tutti salute. (T.P. Alleluia.)


POSTCOMMUNIO
Orémus.
Exáudi nos, Deus, salutáris noster: et pópulum tuum ab iracúndiæ tuæ terróribus líberum, et misericórdiæ tuæ fac largitáte secúrum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo
Esaudiscici, o Signore, nostra salvezza: libera il tuo popolo dai terrori della tua ira e rassicuralo con la larghezza della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te in unità con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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