“O
uomini, volgete l'occhio a Nazareth; entrate in quella piccola e modesta
dimora. Guardate quel falegname, santissimo custode dei segreti divini, che coi
suoi sudori sostenta la famiglia, umile ed alta più che quella dei Cesari in
Roma; osservate con quale devozione e rispetto aiuta e venera quella Madre, sua
sposa immacolata e intemerata; mirate quel creduto «Figlio del falegname»,
Virtù e Sapienza onnipotente, che fabbricò il cielo e la terra, e senza del
quale nulla fu fatto, come nulla alcun uomo può fare senza di lui, e pur non
disdegna nei servigi della casa e della bottega di essere soggetto a Maria e a
Giuseppe; contemplate un tanto modello di santa vita familiare, spettacolo di
meraviglia e di adorazione per tutte le gerarchie angeliche. Possa questa
vostra contemplazione conservare nei vostri cuori quei sentimenti di
riconoscente e tenero dono di voi stessi, che nelle loro manifestazioni
quotidiane formeranno il vostro generoso concorso al bene e alla tranquillità
della casa” (Pio XII, 15 aprile 1942)
O sacra Famiglia, Trinità della terra,
o Gesù, Maria e Giuseppe, sublimi modelli e tutori delle famiglie cristiane, a
voi ricorriamo, non solo per confortarci con la soave contemplazione dei vostri
amabili esempi, ma anche per implorare la vostra protezione e promettervi
costante fedeltà nel sentiero che c'indicate. La vostra pace, la vostra
inalterabile serenità ristorano i nostri travagliati spiriti tra le angustie di
una vita sempre più complicata e difficile, mostrandoci eloquentemente che
soltanto in un focolare adorno e arricchito con le virtù domestiche che voi
c'insegnaste, i nostri cuori potranno trovare il riposo e la felicità, cui
tanto anelano. Però, come potrà la tenera pianta della famiglia difendersi
contro l'ardore delle passioni sfrenate, i moti insidiosi della ribellione, che
quasi in ogni luogo serpeggiano, l'uragano della vita odierna, che si direbbe
voglia tutto sconvolgere? Come, se non facendo noi che le sue radici penetrino
profondamente nella terra generosa della pietà cristiana; implorando per essa
l'irrigamento abbondante della divina grazia, specialmente con la
partecipazione comune ai santi Sacramenti; animandola con un vero spirito di
fede, che c'induca a superare la concezione materialistica della vita; unendo
tutti i suoi rami con lo stretto vincolo di un amore, che, se non fosse anche
soprannaturale, passerebbe come tutte le cose di quaggiù; consolidandola nel
suo proprio essere mediante il fermo proposito di adempire ognuno di noi i
nostri doveri in tutto ciò che ci impone il giusto ordine familiare;
sostenendola nelle asprezze di questo terreno esilio, in cui talvolta manca
anche una onesta dimora e fa difetto un sufficiente sostentamento. Nel
disordine delle idee che spesso turba le menti, noi proclamiamo altamente la
santità, l'unità e la missione divina della famiglia cristiana, cellula della
società e della Chiesa, e ciascuno al suo posto - genitori e figli -, con
modestia ma con fermezza, c'impegniamo di fare quanto è in nostro potere,
affinché così santi ideali siano nel mondo una realtà. Aiutaci tu, o Giuseppe,
specchio della più ammirabile paternità nella cura assidua che sapesti prestare
al Salvatore e alla Vergine, seguendo fedelmente le ispirazioni divine; vieni
in nostro soccorso, o Maria, la più amante, la più fida e la più pura di tutte
le spose e di tutte le madri; assistici tu, o Gesù, che per esserci in ogni
cosa di fulgida norma volesti farti il più sottomesso dei figli. Siate tutti e
tre sempre a noi vicini, nelle ore liete e nelle tristi, nei nostri lavori e
nel nostro riposo, nelle nostre ansie e nelle nostre speranze, vicini a quelli
che nascono e a quelli che muoiono. E otteneteci che tutti i focolari, santi a
imitazione del vostro, siano per tutti i loro membri scuole di virtù, asili di
santità, cammino sicuro verso quella eterna beatitudine che per vostra intercessione
fiduciosamente speriamo. Così sia!
(1000 giorni di indulgenza ogni volta, Decreto della Sacra Penitenzieria Apostolica del 30 dicembre 1957)
(1000 giorni di indulgenza ogni volta, Decreto della Sacra Penitenzieria Apostolica del 30 dicembre 1957)
Nessun commento:
Posta un commento