Il 17 settembre 1562 il Sacrosanto Concilio Ecumenico Tridentino,
legittimamente riunito nello Spirito Santo sotto la presidenza dei Legati della
Sede Apostolica, emana il Decreto e
i Canoni dogmatici sul santissimo Sacrificio della Messa.
1. Se
qualcuno dirà che nella messa non si offre a Dio un vero e proprio sacrificio,
o che essere offerto non significa altro se non che Cristo ci viene dato a
mangiare, sia anatema.
2. Se
qualcuno dirà che con quelle parole: “Fate questo in memoria di me”, Cristo non
ha costituito i suoi apostoli sacerdoti o che non li ha ordinati perché essi e
gli altri sacerdoti offrissero il suo corpo e il suo sangue, sia anatema.
3. Se
qualcuno dirà che il sacrificio della messa è solo un sacrificio di lode e di
ringraziamento, o la semplice commemorazione del sacrificio offerto sulla
croce, e non propiziatorio; o che giova solo a chi lo riceve; e che non si deve
offrire per i vivi e per i morti, per i peccati, per le pene, per le
soddisfazioni, e per altre necessità, sia anatema.
4. Se
qualcuno dirà che col sacrificio della messa si bestemmia contro il sacrificio
di Cristo consumato sulla croce; o che con esso si deroga all’onore di esso,
sia anatema.
5. Chi
dirà che celebrare messe in onore dei santi e per ottenere la loro
intercessione presso Dio, come la chiesa intende, è un’impostura, sia anatema.
6. Se
qualcuno dirà che il canone della messa contiene degli errori, e che, quindi,
bisogna abolirlo, sia anatema.
7. Se
qualcuno dirà che le cerimonie, le vesti e gli altri segni esterni, di cui si
serve la chiesa cattolica nella celebrazione delle messe, siano piuttosto
elementi adatti a favorire l’empietà, che manifestazioni di pietà, sia anatema.
8. Se
qualcuno dirà che le messe, nelle quali solo il sacerdote si comunica
sacramentalmente, sono illecite e, quindi, da abrogarsi, sia anatema.
9. Se
qualcuno dirà che il rito della Chiesa Romana, secondo il quale parte del
canone e le parole della consacrazione si profferiscono a bassa voce, è da
riprovarsi; o che la messa debba essere celebrata solo nella lingua del popolo;
o che nell’offrire il calice non debba esser mischiata l’acqua col vino, perché
ciò sarebbe contro l’istituzione di Cristo, sia anatema.
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