domenica 4 agosto 2019

In solemnitate Sancti Patris nostri Dominici, confessoris, Ordinis Praedicatorum fundatoris

"Domenico, nato a Calahorra nella Spagna, dalla nobile famiglia dei Gusman, s'applicò a Palencia allo studio della letteratura e della teologia; nel quale studio fece tali progressi, che prima fu creato canonico regolare della chiesa di Osma, e in seguito fondò l'ordine dei frati Predicatori. Sua madre , mentre lo portava in seno , ebbe un sogno, in cui le parve di portare un piccolo cane avente in bocca una torcia colla quale, venuto alla luce, avrebbe incendiato l'universo. Questo sogno significava che lo splendore della santità e dottrina di lui infiammerebbe i popoli alla pietà cristiana. L'esito comprovò il presagio; perché e lo verificò per sé, e poi l'ha continuato per mezzo dei membri del suo ordine. Il suo talento e la sua virtù si segnalarono soprattutto nel combattere gli eretici, che cercavano di pervertire coi loro perniciosi errori i Tolosani; nella quale opera impiegò sette anni. Quindi andò a Roma col vescovo di Tolosa al concilio di Laterano, per ottenere da Innocenzo III la conferma dell'ordine che aveva istituito. Mentre si delibera, Domenico, per consiglio del Pontefice, ritorna dai suoi, affin di scegliere una regola. Di ritorno a Roma ottiene da Onorio III, successore immediato di Innocenzo, l'approvazione dell'ordine dei Predicatori. Egli fondò a Roma due conventi, uno di uomini, e l'altro di donne. Richiamò pure tre morti alla vita, e fece molti altri miracoli, onde l'ordine dei Predicatori cominciò a propagarsi meravigliosamente. Ma mentre dappertutto per opera sua s'innalzavano conventi, e numerosissime persone regolavano la loro vita secondo la religione e la pietà, egli fu assalito da febbre a Bologna nell'anno di Cristo 1221. Comprendendo che ne sarebbe morto, radunati i suoi frati e quanti si venivano formando sotto la sua direzione, li esortò all'innocenza e all'integrità dei costumi. In ultimo lasciò loro in testamento, come certo patrimonio, la carità, l'umiltà, la povertà; e mentre i frati pregando dicevano queste parole: «Soccorretelo, Santi di Dio, venitegli incontro, o Angeli», s'addormentò nel Signore il 6 Agosto. Poi il Papa Gregorio IX lo mise nel numero dei Santi.l suo talento e la sua virtù si segnalarono soprattutto nel combattere gli eretici, che cercavano di pervertire coi loro perniciosi errori i Tolosani; nella quale opera impiegò sette anni. Quindi andò a Roma col vescovo di Tolosa al concilio di Laterano, per ottenere da Innocenzo III la conferma dell'ordine che aveva istituito. Mentre si delibera, Domenico, per consiglio del Pontefice, ritorna dai suoi, affin di scegliere una regola. Di ritorno a Roma ottiene da Onorio III, successore immediato di Innocenzo, l'approvazione dell'ordine dei Predicatori. Egli fondò a Roma due conventi, uno di uomini, e l'altro di donne. Richiamò pure tre morti alla vita, e fece molti altri miracoli, onde l'ordine dei Predicatori cominciò a propagarsi meravigliosamente. Ma mentre dappertutto per opera sua s'innalzavano conventi, e numerosissime persone regolavano la loro vita secondo la religione e la pietà, egli fu assalito da febbre a Bologna nell'anno di Cristo 1221. Comprendendo che ne sarebbe morto, radunati i suoi frati e quanti si venivano formando sotto la sua direzione, li esortò all'innocenza e all'integrità dei costumi. In ultimo lasciò loro in testamento, come certo patrimonio, la carità, l'umiltà, la povertà; e mentre i frati pregando dicevano queste parole: «Soccorretelo, Santi di Dio, venitegli incontro, o Angeli», s'addormentò nel Signore il 6 Agosto. Poi il Papa Gregorio IX lo mise nel numero dei Santi" (Breviario Romano, Lezioni 4-6 del Mattutino). 
Benedetto XV a proposito del Patriarca Apostolico scrive: «Come egli fu del tutto uomo di Dio e veramente Dominicus [i.e. uomo del Signore], così fu tutto della Santa Chiesa, la quale ha in lui un invincibile campione della Fede. L’Ordine dei Predicatori da lui istituito fu sempre valido baluardo in difesa della Chiesa Romana. Pertanto, non solo può dirsi che Domenico "fu ai suoi giorni ristoratore del tempio" (Eccli, L, 1), ma che provvide alla difesa di esso anche per il futuro, avverandosi le parole profetiche che Onorio III scrisse nel confermare l’Ordine nascente: “ … i frati del tuo Ordine saranno gli atleti della Fede e veri luminari del mondo”» (Fausto appetente die, 29 giugno 1921).


PROPRIUM MISSAE
Ex Proprio Ordinis Praedicatorum

Messa in rito domenicano presso l'Arca di san Domenico (Bologna)
INTROITUS
Eccli 15:5. - In médio Ecclésiæ apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiæ et intelléctus: stolam glóriæ índuit eum ~~ Eccli. 15, 6. - Iucunditátem et exsultatiónem thesaurizábit   super illum. ~~ Glória ~~ In médio Ecclésiæ apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiæ et intelléctus: stolam glóriæ índuit eum

Eccli 15:5. - Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. ~~ Eccli. 15, 6. - Accumulerà per lui un tesoro di giocondità e di esultanza. ~~ Gloria ~~ Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. 


Gloria


ORATIO

Orémus.
Deus, qui Ecclésiam tuam beáti Dominici Confessóris tui Patris nostri illumináre dignátus es méritis et doctrinis: concéde; ut eius intercessióne temporalibus non destituatur auxiliis, et spiritualibus semper profíciat increméntis. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, ti sei degnato di illuminare la tua Chiesa coi meriti e la dottrina del tuo beato confessore Domenico,nostro Padre; fa' che, per sua intercessione, essa non sia mai privata dei soccorsi temporali e abbia sempre più copiosi sviluppi spirituali. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
2 Tim 4:1-8. Caríssime: Testíficor coram Deo, et Iesu Christo, qui iudicatúrus est vivos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum eius: praedica verbum, insta opportúne, importúne: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria coacervábunt sibi magístros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístæ, ministérium tuum ímpie. Sóbrius esto. Ego enim iam délibor, et tempus resolutiónis meæ instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna iustítiæ, quam reddet mihi Dóminus in illa die, iustus iudex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum eius.

Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me, il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta. 

GRADUALE
Ps. 36, 30-31. 
Os iusti meditábitur sapiéntiam, et lingua eius loquétur iudícium.
V. Lex Dei eius in corde ipsíus : et non supplantabúntur gressus eius.

La bocca del giusto esprimerà parole di sapienza e la sua lingua parlerà con giudizio.
V. La legge del suo Dio è nel suo cuore:non sarà esitante il suo andare.

ALLELUIA
Allelúia, allelúia
Pie Pater Domínice, tuórum memor óperum, sta coram summo Iúdice pro tuo cœtu páuperum.

Alleluia, alleluia.
Buon padre Domenico, memore della tua opera, intercedi presso il sommo Giudice in favore dei tuoi poveri.


SEQUENTIA
In cælésti hierarchía,
nova sonet harmonía,
novo ducta cántico.

Cui concórdet in hac via,
nostri chori melodía
congáudens Domínico.

Ex Ægýpto vastitátis
virum suæ voluntátis
vocat Auctor sǽculi.

In fiscélla paupertátis,
flumen transit vanitátis
pro salúte pópuli.

In figúra cátuli,
Prædicátor sǽculi
Matri præmonstrátur.

Portans ore fáculam,
ad amóris régulam
pópulos hortátur.

Hic est novus legislátor
hic Elías æmulátor,
et detéstans crímina.

Vulpes díssipat Samsónis
et in tuba Gedeónis
hostis fugat ágmina.

A defúnctis revocátum,
matri vivum reddit natum,
vivens adhuc córpore.

Signo crucis imber cedit,
turba fratrum panem edit,
missum Dei múnere.

Felix per quem gáudia
tota iam Ecclésia
sumens exaltátur.

Orbem replet sémine:
in cælórum ágmine
tandem collocátur.

Iacet granum occultátum
sidus latet obumbrátum,
sed Plasmátor ómnium

Ossa Ioseph pulluláre,
sidus iubet radiáre,
in salútem géntium.

O quam probat carnis florem,
omnem súperans odórem,
túmuli fragrántia!

Ægri currunt et curántur
cæci, claudi reparántur,
virtútum frequéntia.

Laudes ergo Domínico
personémus mirífico,
voce plena.

Clama petens suffrágia,
eius sequens vestígia,
plebs egéna.

Sed tu Pater pie, bone,
Pastor gregis, et patróne,
prece semper sédula,

Apud cúriam summi Regis,
derelícti vices gregis
comménda per sǽcula. Amen. Allelúia.


Nella gerarchia celeste risuonino novella lode e novello canto. / A lei risponda su questa terra la melodia del cuor nostro, gioendo con Domenico. / Dalla vastità dell’Egitto l’Autor del secolo chiama l’uomo del suo volere. / Sulla navicella della Povertà attraversa il fiume delle vanità per la salvezza del popolo. / Il Predicatore del mondo viene predetto a sua madre come un cagnolino / portante in bocca una fiaccola: Egli esorta i popoli a seguire la regola della carità. / È lui il nuovo legislatore, l’emulo di Elia, colui che odia il peccato. / Egli disperde le volpi di Sansone e con la tromba di Gedeone mette in fuga le truppe del nemico. / Egli richiama dai morti il figlioletto e lo rende vivo a sua madre. / Con il segno della croce scaccia la pioggia e alla turba dei fratelli dà il pane come dono di Dio. / Beato è colui per il quale la Chiesa si esalta e si allieta. / Getta il seme nel mondo e alla fine è collocato nell’esercito del cielo. / Giace il chicco nascosto e non risplende l’astro, ma il Creatore di tutte le cose ha ordinato alle ossa di Giuseppe di moltiplicarsi e all’astro di risplendere per la salvezza delle nazioni. / O come si dimostra la verginità della sua carne: la dolce fragranza della sua tomba supera ogni profumo! / Molti sono i suoi miracoli: corrono a lui i malati e sono guariti, i ciechi e gli zoppi sono sanati. / Lodiamo dunque a piena voce il mirabile Domenico. / O voi poverelli, invocatelo e chiedete il suo aiuto e seguite le sue orme. / E tu, Padre pietoso e buono, Pastore del gregge e nostro Patrono, con preghiera costante / raccomanda il povero gregge alla corte del sommo Re in eterno. Amen. Alleluia

EVANGELIUM 
Sequéntia  sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Vos estis sal terræ. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittatur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut videant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putare, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, iota unum aut unus apex non praeteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solvent unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli».


Credo


OFFERTORIUM
Ps. 20, 3 et 4. 
Desidérium ánimæ eius tribuísti ei, Dómine, et voluntáte labiórum eius non fraudásti eum : posuísti in cápite eius corónam de lápide pretióso.

Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, non hai respinto il voto delle sue labbra; gli hai posto sul capo una corona di pietre prezioso
SECRETA
Múnera tibi, Dómine, dicáta sanctífica: ut, méritis beáti Domínici Confessóris tui, Patris nostri, nobis profíciant ad medélam. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, Signore, i doni offerti; e per i meriti del tuo beato confessore Domenico, Padre nostro, ci servano di rimedio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. 

PRÆFATIO DE SANCTO DOMINICO 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre: nos tibi semper et ubique gratias agere, Domine, sancte Pater, omnipotens ætérne Deus. Qui in tuæ sanctæ Ecclésiæ decorem ac tutamen apostolicam vivendi formam, per beatissimum Patriarcham Dominicum, renovare voluisti. Ipse enim,Genitricis Filii tui semper ope suffultus, prædicatióne sua composuit hǽreses, fidei pugiles gentium in salutem instituit, et innumeras animas Christo lucrifecit. Sapientiam eius narrat populi, eiusque laudes nuntiam Ecclesias. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus : cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicentes

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza rendere grazie sempre e in ogni luogo a Te, Signore, Padre Santo, Iddio onnipotente ed eterno. Tu per il decoro e la difesa della tua Santa Chiesa hai voluto rinnovare per mezzo del beatissimo Patriarca Domenico la forma di vita apostolica. Egli, sempre sostenuto dalla Madre del tuo Figlio, con la sua predicazione abbatté le eresie, costituì degli atleti della fede per la salvezza delle genti e guadagnò a Cristo innumerabili anime. I popoli narrano la sua sapienza e la Chiesa annunzia le sue lodi. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine 

COMMUNIO
Luc 12:42 
Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno. 

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui peccatórum nostrórum póndere prémimur, beáti Domínici Confessóris tui, Patris nostri,patrocínio sublevémur. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedi, te ne preghiamo, Dio onnipotente, che oppressi come siamo dai nostri peccati, ne siamo sollevati in grazia del beato Domenico, tuo Confessore e nostro Padre. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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