In occasione della proclamazione dommatica dell'Assunzione
corporea della Vergine Maria il 1° novembre 1950, Sua Santità Pio XII compose
di suo pugno una stupenda preghiera all'Assunta. Egli stesso la recitò, dopo
aver letto la definizione del dogma, in ginocchio davanti alla folla immensa di
prelati e fedeli in Piazza San Pietro.
“Ed ora prostrati
devotamente preghiamo!”[1]
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre
degli uomini!
Noi crediamo con tutto il fervore della
nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e in corpo al cielo, ove
siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei
Santi; e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha
esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l'anelito della
nostra devozione e del nostro amore.
Noi sappiamo che il vostro sguardo, che
maternamente accarezzava l'umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si
sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che
la letizia dell'anima vostra nel contemplare faccia a faccia l'adorabile
Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza; e noi, poveri
peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell'anima, vi supplichiamo
di purificare i nostri sensi, affinché apprendiamo, fin da quaggiù, a gustare
Iddio, Iddio solo, nell'incanto delle creature.
Noi confidiamo che le vostre pupille
misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle
nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle
nostre gioie e alle nostre vittorie; che voi sentiate la voce di Gesù dirvi di
ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio; e noi, che
vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e
consolazione della nostra vita mortale.
Noi abbiamo la vivificante certezza che i
vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si
volgono ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla
oppressione dei giusti e dei deboli; e noi, fra le tenebre di questa valle di
lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo
alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra Patria.
Noi crediamo infine che nella gloria, ove
voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle, voi siete; dopo Gesù, la
gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; e noi, da questa
terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura
risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra
speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno,
dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o
pia, o dolce Vergine Maria.
[1] Discorso di Sua Santità Pio XII duranteil rito della solenne
definizione dommatica dell' Assunzione della beatissimaVergine in anima e in
corpo al cielo, Mercoledì, 1° novembre 1950.
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