Fra i Santi che il Martirologio Romano ricorda
il 15 agosto vi è un giovinetto romano di nome Tarcisio (Tarsicius secondo il
testo latino). Era accolito e il papa santo Stefano I gli affidò il compiuto di
portare l’Eucaristia a quei cristiani che per gravi motivi che si vedranno in
breve non potevano assistere alla celebrazione della messa. Il momento però non
era dei migliori per la Chiesa: nel 257 l’imperatore Valeriano aveva emanato un
primo editto di persecuzione contro i Cristiani. Vittima di questo editto sarà
lo stesso papa Stefano. Ne seguirà un altro, nel 258, che donerà al cielo
Martiri eccellenti quali papa san Sisto II, san Lorenzo e san Cipriano di
Cartagine. Particolarmente delicato era quindi il compito di questo
“chierichetto” del secolo III che aveva il compito di consegnare il Santissimo
ai carcerati e ai cristiani nascosti. Ci racconta il Martirologio che “ i
pagani, mentre portava il Sacramento del Corpo di Cristo, cominciarono ad
esaminare che cosa portasse. Ma egli reputò cosa indegna scoprire le perle ai
porci; perciò fu da quelli percosso con bastoni e con sassi tanto tempo, finché
non rese lo spirito; e i sacrileghi persecutori, frugatone il corpo, non
trovarono nulla del Sacramento di Cristo nelle mani o nelle vesti dell'ucciso.
I Cristiani poi raccolsero il corpo del Martire, ed onoratamente lo
seppellirono nel cimitero di Callisto”. Nel 767 san Paolo I traslò le sue
spoglie nella basilica di san Silvestro in Capite, sotto il cui altar maggiore
riposano dal 1596. Questo protomartire dell’Eucaristia, patrono dei
chierichetti e di coloro che per la prima volta s’accostano alla Comunione,
godé di un culto notevole nei primi secoli, tanto che inizialmente fu sepolto
nel medesimo loculo di san Zeffirino (Papa dal 199 al 217) e san Damaso (Papa
dal 366 al 384) nell'epigramma (riportato in calce) che fece incidere sul suo
sepolcro lo paragona a santo Stefano protomartire. La venerazione di questo
piccolo grande Martire della Chiesa Romana dei primi secoli fu riportata in
auge dal Cardinale Nicholas Patrick Stephen Wiseman (2 agosto 1802 - 15
febbraio 1865), Arcivescovo di Westminster, antichista, autore fra l’altro del
celebre romanzo Fabiola o la Chiesa delle
catacombe. San Tarcisio ci insegna l’immensurabile valore dell’Eucarestia:
preghiamolo perché ci impetri un amore ardente e puro a Gesù Sacramentato e il
coraggio nel combattere, pur nella fragilità di uomini e peccatori, le
battaglie della fede.
PAR MERITVM QUICVMQUE LEGIS COGNOSCE DVORVM,
QVIS DAMASVS RECTOR TITVLOS POST PRAEMIA REDDIT
IVDAICVS POPVLVS STEPHANVM MELIORA MONENTEM
PERCVLERAT SAXIS, TVLERAT QVI EX HOSTE TROPAEVM
MARTYRIVM PRIMVS RAPVIT LEVITA FIDELIS
TARSICIVM SANCTVM CHRISTI SACRAMENTA GERENTEM
CVM MALE SANA MANVS PREMERET VVLGARE PROFANIS,
IPSE ANIMAM POTIVS VOLVIT DIMITTERE CAESVS
PRODERE QVAM CANIBVS RABIDIS CAELESTIA MEMBRA.
Sappi, o tu che leggi, che pari è il merito dei due
cui, dopo il premio [eterno, meritato dal martirio], il presule
Damaso ha dedicato queste memorie.
Il popolo giudeo aveva lapidato Stefano che lo esortava ad essere
migliore
ed egli riportò il trofeo dei nemici
e per primo, fedele Levita, involò [la palma] del martirio.
Quando, mentre trasportava i sacramenti di Cristo,
una mano empia lo incalzava per gettarli ai pagani,
il santo Tarsicio volle spirar l’anima ferito a morte
piuttosto che esporre ai cani rabbiosi le carni divine.
(Damasi Epigrammata, Maximilian Ihm, 1895, n. 14)
di
Giuliano Zoroddu
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