La
preghiera fu composta nel 1928 da Pio XI, il quale pure prescrisse che la
si recitasse annualmente per la festa del Divin Cuore come «solenne ammenda al
nostro amantissimo Redentore, per riparare con essa le nostre colpe e risarcire
i violati diritti di Cristo Sommo Re e Signore amantissimo»[1].
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con
tanta ingratitudine ripagato di oblio, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che
noi prostrati dinanzi ai Vostri altari intendiamo riparare con particolari
attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da
ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo vostro Cuore. Ricordevoli
però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone
vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la Vostra misericordia, pronti a
riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma
anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano
di seguire Voi come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o
calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della
Vostra legge. E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli
delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le
brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla
corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le
ingiurie esecrande scagliate contro Voi e i Vostri Santi, gli insulti lanciati
contro il Vostro Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili
sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le
colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della
Chiesa da Voi fondata. Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi
affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Vi
presentiamo, accompagnandola con le espiazioni della Vergine Vostra Madre, di
tutti i Santi e delle anime pie, quella soddisfazione che Voi stesso un giorno
offriste sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovate sugli altari:
promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con
l’aiuto della Vostra grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e
l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza
della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica, specialmente della
carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di
Voi, e di attrarre quanti più potremo alla Vostra sequela. Accogliete, Ve ne
preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria
Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservateci
fedelissimi nella Vostra obbedienza e nel Vostro servizio fino alla morte col
gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire
a quella patria, dove Voi col Padre e con lo Spirito Santo vivete e regnate,
Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
[1] Pio XI, Miserentissimus Redemptor, 8 maggio 1928
(http://w2.vatican.va/content/pius-xi/it/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19280508_miserentissimus-redemptor.html)
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