L'eresia di Lutero ha come base la falsa convinzione che l’uomo è
giustificato da Dio grazie alla sola fede (nel senso di fiducia nella
salvezza). Essendo però la natura umana, secondo l’eresiarca sassone,
irrimediabilmente corrotta dopo il peccato originale, la giustificazione
dell’empio non comporta un vero e proprio mutamento - la “nuova creatura” di
cui parla san Paolo -, ma consiste in una atto della misericordia divina che
copre i nostri peccati. Contro queste bestemmie e farneticazioni il Concilio di
Trento, legittimamente riunito nello Spirito Santo sotto la presidenza dei Legati della Santa Sede
Apostolica, emanava il 13 gennaio 1547 il decreto e i canoni dogmatici sulla
giustificazione: l’empio viene giustificato per la Fede in Gesù Cristo e per le buone opere
compiute in corrispondenza alle ispirazioni della Grazia. Parimenti veniva
definita dogmaticamente la dottrina del libero arbitrio e anatematizzate le
falsità del servo arbitrio luterano e della predestinazione calvinista.
1.
Se qualcuno afferma che l’uomo può essere giustificato davanti a Dio
dalle sue opere, compiute con le sole forze umane, o con il solo insegnamento
della legge, senza la grazia divina meritata da Gesù Cristo: sia anatema.
2.
Se qualcuno afferma che la grazia divina meritata da Gesù Cristo
viene data solo perché l’uomo possa più facilmente vivere giustamente e
meritare la vita eterna, come se col libero arbitrio, senza la grazia, egli
possa realizzare l’una e l’altra cosa, benché faticosamente e con difficoltà:
sia anatema.
3.
Se qualcuno afferma che l’uomo, senza previa ispirazione ed aiuto
dello Spirito Santo, può credere, sperare ed amare o pentirsi come si conviene,
perché gli venga conferita la grazia della giustificazione: sia anatema.
4.
Se qualcuno dice che il libero arbitrio dell’uomo, mosso ed
eccitato da Dio, non coopera in nessun modo esprimendo il proprio assenso a
Dio, che lo muove e lo prepara ad ottenere la grazia della giustificazione; e
che egli non può dissentire, se lo vuole, ma come cosa senz’anima non opera in
nessun modo e si comporta del tutto passivamente: sia anatema.
5.
Se qualcuno afferma che il libero arbitrio dell’uomo dopo il
peccato di Adamo è perduto ed estinto; o che esso è cosa di sola apparenza anzi
nome senza contenuto e finalmente inganno introdotto nella chiesa da Satana:
sia anatema.
6.
Se qualcuno afferma che non è potere dell’uomo rendere cattive le
sue vie, ma che è Dio che opera il male come il bene, non solo permettendoli,
ma anche volendoli in sé e per sé, di modo che possano considerarsi opera sua
propria il tradimento di Giuda non meno che la chiamata di Paolo: sia anatema.
7.
Se qualcuno dice che tutte le opere fatte prima della
giustificazione, in qualunque modo siano compiute, sono veramente peccati che
meritano l’odio di Dio, e che quanto più uno si sforza di disporsi alla grazia
tanto più gravemente pecca: sia anatema.
8.
Se qualcuno afferma che il timore dell’inferno, per il quale,
dolendoci dei peccati, ci rifugiamo nella misericordia di Dio o ci asteniamo
dal male, è peccato e rende peggiori i peccatori: sia anatema.
9.
Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede,
così da intendere che non si richieda nient’altro con cui cooperare al
conseguimento della grazia della giustificazione e che in nessun modo è
necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà: sia
anatema.
10.
Se qualcuno dice che gli uomini sono giustificati senza la
giustizia del Cristo mediante la quale egli ha meritato per noi, o che essi
sono formalmente giusti proprio per essa: sia anatema.
11.
Se qualcuno afferma che gli uomini sono giustificati o per la sola
imputazione della giustizia del Cristo, o con la sola remissione dei peccati,
senza la grazia e la carità che è diffusa nei loro cuori mediante lo Spirito
Santo e inerisce ad essi; o anche che la grazia, con cui siamo giustificati, è
solo favore di Dio: sia anatema.
12.
Se qualcuno afferma che la fede giustificante non è altro che la
fiducia nella divina misericordia, che rimette i peccati a motivo del Cristo, o
che questa fiducia sola giustifica: sia anatema.
13.
Chi afferma che per conseguire la remissione dei peccati è
necessario che ogni uomo creda con certezza e senza alcuna esitazione della
propria infermità e indisposizione, che i peccati gli sono rimessi: sia anatema.
14.
Se qualcuno afferma che l’uomo è assolto dai peccati e
giustificato per il fatto che egli crede con certezza di essere assolto e
giustificato, o che nessuno è realmente giustificato, se non colui che crede di
essere giustificato, e che l’assoluzione e la giustificazione venga operata per
questa sola fede: sia anatema.
15.
Se qualcuno afferma che l’uomo rinato e giustificato è tenuto per
fede a credere di essere certamente nel numero dei predestinati: sia anatema.
16.
Se qualcuno dice, con infallibile ed assoluta certezza, che egli
avrà certamente il grande dono della perseveranza finale - a meno che sia
venuto a conoscere ciò per una rivelazione speciale -: sia anatema.
17.
Se qualcuno afferma che la grazia della giustificazione viene
concessa solo ai predestinati alla vita, e che tutti gli altri sono bensì
chiamati, ma non ricevono la grazia, in quanto predestinati al male per divino
volere: sia anatema.
18.
Se qualcuno dice che anche per l’uomo giustificato e costituito in
grazia i comandamenti di Dio sono impossibili a osservarsi: sia anatema.
19.
Chi afferma che nel Vangelo non si comanda altro, fuorché la fede,
che le altre cose sono indifferenti, né comandate, né proibite, ma libere; o
che i dieci comandamenti non hanno nulla a che vedere coi cristiani: sia
anatema.
20.
Se qualcuno afferma che l’uomo giustificato e perfetto quanto si
voglia non è tenuto ad osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa, ma solo
a credere, come se il Vangelo non fosse altro che una semplice e assoluta
promessa della vita eterna, non condizionata all’osservanza dei comandamenti:
sia anatema.
21.
Se qualcuno afferma che Gesù Cristo è stato dato agli uomini da
Dio come redentore, in cui confidare e non anche come legislatore, cui
obbedire: sia anatema.
22.
Se qualcuno afferma che l’uomo giustificato può perseverare nella
giustizia ricevuta senza uno speciale aiuto di Dio, o non lo può nemmeno con
esso: sia anatema.
23.
Se qualcuno afferma che l’uomo, una volta giustificato, non può
più peccare, né perdere la grazia, e che quindi chi cade e pecca, in realtà non
mai è stato giustificato; o, al contrario, che si può per tutta la vita evitare
ogni peccato, anche veniale, senza uno speciale privilegio di Dio, come la
Chiesa ritiene delle beata Vergine: sia anatema.
24.
Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata
ed anche aumentata dinanzi a Dio con le opere buone, ma che queste sono solo
frutto e segno della giustificazione conseguita, e non anche causa del suo
aumento: sia anatema.
25.
Se qualcuno afferma che in ogni opera buona il giusto pecca almeno
venialmente, o (cosa ancor più intollerabile) mortalmente, e quindi merita le
pene eterne, e che non viene condannato solo perché Dio non gli imputa a
dannazione quelle opere: sia anatema.
26.
Se qualcuno afferma che i giusti non devono aspettare e sperare da
Dio - per la sua misericordia e per tutti meriti di Gesù Cristo - l’eterna
ricompensa in premio delle buone opere che essi hanno compiuto in Dio, qualora,
agendo bene ed osservando i divini comandamenti, abbiano perseverato fino alla
fine: sia anatema.
27.
Se qualcuno afferma che non vi è peccato mortale, se non quello
della mancanza di fede, o che la grazia, una volta ricevuta, non può essere
perduta con nessun altro peccato, per quanto grave ed enorme, salvo quello
della mancanza di fede: sia anatema.
28.
Se qualcuno afferma che, perduta la grazia col peccato, si perde
sempre insieme anche la fede, o che la fede che rimane non è vera fede, in
quanto non è viva, o che colui che ha la fede senza la carità, non è cristiano:
sia anatema.
29.
Se qualcuno afferma che chi dopo il battesimo è caduto nel peccato
non può risorgere con la grazia di Dio; o che può recuperare la grazia perduta,
ma per la sola fede, senza il sacramento della penitenza, come la santa Chiesa
romana e universale, istruita da Cristo Signore e dai suoi Apostoli, ha finora
creduto, osservato e insegnato: sia anatema.
30.
Se qualcuno afferma che dopo aver ricevuto la grazia della
giustificazione, a qualsiasi peccatore pentito viene rimessa la colpa e
cancellato il debito della pena eterna in modo tale che non gli rimanga alcun
debito di pena temporale da scontare sia in questo mondo sia nel futuro in
purgatorio, prima che possa essergli aperto l’ingresso al regno dei cieli: sia
anatema.
31.
Se qualcuno afferma che colui che è giustificato pecca, quando
opera bene in vista della eterna ricompensa: sia anatema.
32.
Se qualcuno afferma che le opere buone dell’uomo giustificato sono
doni di Dio, così da non essere anche meriti di colui che è giustificato, o che
questi con le buone opere da lui compiute per la grazia di Dio e i meriti di
Gesù Cristo (di cui è membro vivo), non merita realmente un aumento di grazia,
la vita eterna e il conseguimento della stessa vita eterna (posto che muoia in
grazia) ed anche l’aumento della gloria: sia anatema.
33.
Se qualcuno afferma che con questa dottrina cattolica della
giustificazione, espressa dal santo sinodo col presente decreto, si riduce in
qualche modo la gloria di Dio o i meriti di Gesù Cristo nostro Signore, e non
piuttosto si manifesta la verità della nostra fede e infine la gloria di Dio e
di Gesù Cristo: sia anatema.
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