San
Filippo Neri (Firenze, 21 luglio 1515 - Roma, 26 maggio 1595), rutilante
stella della Restaurazione Cattolica del secolo XVI, era "aspro e
penitentissimo con se stesso ... mite cogli altri, ed al bisogno, faceto"
(Schuster, Liber Sacramentorum, Vol. VII, Marietti, 1930, p. 198).
Con sapienza spiccatamente cattolica, il Neri, mentre l'arida tristezza
protestante faceva strage d'anime e di corpi nel Settentrione, seppe
congiungere gioia e penitenza nella formazione dei giovani romani, alimentata
dalla frequenza dei Sacramenti e dalle pratiche devote e penitenziali,
illuminata dall'esposizione della Scrittura e della Storia Ecclesiastica,
confortata da allegre ricreazioni con intrattenimenti poetici che
accompagnavano le visite alle chiese dell'Urbe. Lo stesso san Filippo fu autore
di alcuni componimenti poetici, uno dei quali - riportato sotto - fu reso noto
al grande pubblico da Angelo Branduardi che lo rielaborò nel 1983 per il film
di Luigi Magni "State buoni se potete" sulla figura del Santo.
Vanità
di vanità.
Ogni
cosa è vanità.
Tutto
il Mondo, e ciò che ha
Ogni
cosa è vanità.
Se
del mondo i favor suoi
T'alzeran
fin dove vuoi.
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
regnassi ben mill'anni
Sano,
lieto, senz'affanni.
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
tu avessi d'ogn'intorno
Mille
servi, notte e giorno,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
tu avessi più soldati
Che
non ebbe Serse armati,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
tu avessi ogni linguaggio,
E
tenuto fossi saggio,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
starai con tutti gli agi,
Nelle
Ville, e ne' Palagi,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
E se
in feste, giuochi e canti
Passi
i giorni tutti quanti,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Sazia
pur tutte tue voglie
Sano,
allegro e senza doglie,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Dunque
a Dio rivolgi il cuore,
Dona
a lui tutto il tuo amore,
Questo
mai non mancherà,
Tutto
il resto è vanità.
Se
godessi a tuo volere
Ogni
brama, ogni piacere,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
tu avessi ogni tesoro
Di
ricchezze, argento ed oro.
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
vivessi in questo mondo
Sempre
lieto, ognor giocondo,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
lontan da pene e doglie
Sfogherai
tutte tue voglie,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Se
qua giù starà il tuo cuore
Giubilando
a tutte l'ore,
Alla
morte, che sarà?
Ogni
cosa è vanità.
Dunque
frena le tue voglie,
Corri
a Dio, che ognor t'accoglie,
Questo
mai non mancherà.
Tutto
il resto è vanità."
(San
Filippo Neri. Giuseppe De Libero, Vita di S. Filippo Neri, Apostolo di
Roma, Ed. Oratorio di Roma, 1960, pp.191 s.)
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