I
Sinedriti decidono di uccidere Gesù e trovano in Giuda Iscariota il traditore.
Si avvicina l'ora della Passione in cui il Verbo eterno del Padre, già oppresso
dai dolori interni, sarò stritolato totalmente dai carnefici, offrendo il suo
Corpo e il suo Sangue in olocausto per il riscatto dell'umanità peccatrice.
Inginocchiamoci dinnanzi al mirabile mistero di un Dio che muore per i
mortali!
PROPRIUM
MISSAE
Statio
ad sanctam Maria majorem
Semiduplex
INTROITUS
Phil
2:10, 8 et 11.- In nómine Jesu omne genu flectátur, coeléstium, terréstrium
et infernórum: quia Dóminus factus est oboediens usque ad mortem, mortem autem
crucis: ideo Dóminus Jesus Christus in glória est Dei Patris ~~ Ps
101:2.- Dómine, exáudi oratiónem meam: et clamor meus ad te
véniat. ~~ In
nómine Jesu omne genu flectátur, coeléstium, terréstrium et infernórum: quia
Dóminus factus est oboediens usque ad mortem, mortem autem crucis: ideo Dóminus
Jesus Christus in glória est Dei Patris
Phil
2:10, 8 et 11.- Al nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra
e nell'inferno; che il Signore si è fatto ubbidiente fino alla morte e alla
morte di croce; perciò il Signore Gesù Cristo è nella gloria del Padre. ~~ Ps
101:2.- Signore esaudisci la mia preghiera : e il mio grido giunga a
Te. ~~ Al nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in
terra e nell'inferno; che il Signore si è fatto ubbidiente fino alla morte e
alla morte di croce; perciò il Signore Gesù Cristo è nella gloria del Padre.
ORATIO
Fa,
te ne preghiamo o Signore onnipotente, che noi che siamo continuamente afflitti
dai nostri peccati, ne siamo liberati per la Passione del tuo Figlio Unigenito.
Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti
i secoli dei secoli. Amen.
LECTIO
Questo
dice il Signore Iddio: Dite alla figliuola di Sion: Ecco, che arriva il tuo
Salvatore; e la sua ricompensa è con lui. Chi è quegli che viene da Edom e da
Bosra, con la veste tinta di rosso? cosi splendido nel suo abito, e così fiero
nella grandezza della sua forza? Sono io, io che parlo con giustizia, io che
sono potente per salvare. Perché dunque il tuo abito è rosso, e le tue vesti
sono come di chi pigia nel tino? Il tino lo pigiai da me solo; e delle Genti
con me non c'era nessuno. E io li pigiai col mio furore, e li calpestai
coll'ira mia: il loro sangue mi sprizzò sulle vesti; e ne ho tutti i miei panni
macchiati. Perché un giorno di vendetta era nel mio cuore, e l'anno della mia
redenzione era venuto. Mirai all'intorno, e non era chi porgesse la mano,
cercai e non ci fu chi desse aiuto; però mi soccorse il mio braccio, e la mia
forza fu quella che mi sostenne. E ho schiacciato i popoli col mio sdegno, li
ho stritolati col mio furore, e ho gettato a terra la loro fortezza. Io
celebrerò le misericordie del Signore, le lodi del Signore, per tutto quello
che ha fatto per noi il Signore Iddio nostro.
GRADUALE
Non
nascondere la tua faccia al tuo servo, che mi trovo nell'angoscia; ma
esaudiscimi prontamente. Non nascondere la tua faccia al tuo servo, che mi
trovo nell'angoscia; ma esaudiscimi prontamente.
ORATIO
O
Dio, che volesti che tuo Figlio soffrisse il supplizio della croce,
onde liberarci dalla potenza del nemico; concedi a noi tuoi servi di pervenire
alla grazia della resurrezione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo
Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per
tutti i secoli dei secoli. Amen.
LECTIO
In
quei giorni disse Isaia: «O Signore, chi crederà a ciò che annunziammo? a chi
si rivelerà la tua potenza? Egli il Cristo spunterà dinnanzi a Dio come
virgulto, come germoglio che ha radici in arida terra. Egli non ha bellezza, né
splendore; l'abbiamo veduto, ma non era di bell'aspetto, né l'abbiamo amato.
Disprezzato, rifiuto degli uomini, l'uomo dei dolori, assuefatto al patire. Il
suo volto era velato, Egli era cosi vilipeso che noi non ne facemmo alcun
conto. Veramente egli ha presi sopra di sé i nostri mali, ha portati i nostri
dolori; a noi è parso come un lebbroso, un percosso da Dio e umiliato. Egli
invece è stato piagato per le nostre iniquità, è stato trafitto per le nostre
scelleratezze: pesò su di lui il castigo che ci ridona la pace; per le sue
lividure siamo stati risanati. Noi tutti siamo stati come pecore erranti,
ciascuno aveva deviato per la sua strada, e il Signore pose addosso a lui
l'iniquità di noi tutti. È stato sacrificato perché ha voluto: non ha aperto
bocca; come pecorella sarà condotto al macello; come agnello muto dinanzi a chi
lo tosa, egli non aprirà bocca. È tolto di mezzo con iniqua sentenza, ma chi si
da pensiero della sua causa? Si egli fu strappato dalla terra dei viventi; per
i peccati del mio popolo egli fu colpito a morte. A lui è preparata una tomba
fra gli empi e tra i malfattori egli muore. E tuttavia non ha commesso iniquità
né ebbe mai la frode sulla sua bocca. È Iddio che ha voluto consumarlo coi
patimenti; ma quando avrà data la sua vita in sacrificio di espiazione, vedrà
una lunga posterità e la volontà del Signore per mezzo di Lui sarà adempiuta.
Libero dai tormenti dell'anima sua, ne vedrà i frutti e ne sarà sazio. Il
Giusto, il mio Servo, santificherà delle moltitudini, e si addosserà le loro
iniquità. Per questo gli darò una grande moltitudine; egli dividerà le spoglie
dei forti, perché consegnò la sua vita alla morte, fu annoverato tra i
malfattori, mentre caricava su di sé le colpe di molti e intercedeva per i
peccatori».
GRADUALE
Signore,
ascolta la mia preghiera, e il mio grido giunga fino a te.
EVANGELIUM
Qui
si genuflette e ci si ferma a meditare il mistero dell’Uomo-Dio che muore per
la nostra salvezza.
Videns
autem centúrio quod factum fúerat, glorificávit Deum, dicens: S. Vere
hic homo justus erat. C. Et omnis turba eórum,
qui simul áderant ad spectáculum istud et vidébant, quæ fiébant, percutiéntes
péctora sua revertebántur. Stabant autem omnes noti ejus a longe, et mulíeres,
quæ secútæ eum erant a Galilaea, hæc vidéntes.
In
quel tempo, si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, e i sommi
sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il
popolo. Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei
Dodici. Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie
sul modo di consegnarlo nelle loro mani. Essi si rallegrarono e si accordarono
di dargli del denaro. Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per
consegnarlo loro di nascosto dalla folla. Venne il giorno degli Azzimi, nel
quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni
dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare». Gli
chiesero: «Dove vuoi che la prepariamo?». Ed egli rispose: «Appena entrati in
città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella
casa dove entrerà e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la
stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà
una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate». Essi andarono e
trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua. Quando fu l'ora,
prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato
ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione,
poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di
Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra
voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite,
finché non venga il regno di Dio». Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e
lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo
in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo:
«Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».
«Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio
dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale
è tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi
avrebbe fatto ciò. Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser
considerato il più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e
coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi
però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e
chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o
chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi
come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie
prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me,
perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in
trono a giudicare le dodici tribù di Israele. Simone, Simone, ecco Satana vi ha
cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga
meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli». E
Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla
morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che
tu per tre volte avrai negato di conoscermi». Poi disse: «Quando vi ho mandato
senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero:
«Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una
bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché vi dico:
deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i
malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine». Ed essi
dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli rispose «Basta!». Uscito se ne
andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.
Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si
allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre,
se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la
tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda
all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di
sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai
discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché
dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». Mentre egli ancora
parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno
dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un
bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». Allora quelli che eran con lui, vedendo
ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?».
E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio
destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli
l'orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi
sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e
bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete
steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».
Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo
sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in
mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a
loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche
questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo
un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non
lo sono!». Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo
era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello
che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il
Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il
Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre
volte». E, uscito, pianse amaramente. Frattanto gli uomini che avevano in
custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano:
«Indovina: chi ti ha colpito?». E molti altri insulti dicevano contro di lui.
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi
sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: «Se tu
sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete;
se vi interrogo, non mi risponderete. Ma da questo momento starà il Figlio
dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio». Allora tutti esclamarono:
«Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io
lo sono». Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo
udito noi stessi dalla sua bocca». Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da
Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro
popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re».
Pilato lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici».
Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: «Non trovo nessuna colpa in
quest'uomo». Ma essi insistevano: «Costui solleva il popolo, insegnando per
tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui». Udito ciò,
Pilato domandò se era Galileo e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di
Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme.
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo
per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui.
Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C'erano là anche
i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. Allora Erode,
con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida
veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici;
prima infatti c'era stata inimicizia tra loro. Pilato, riuniti i sommi
sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest'uomo come
sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato
in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce
l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo
averlo severamente castigato, lo rilascerò». Ma essi si misero a gridare tutti
insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in
carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro
di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo,
crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto
costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò
severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo
che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la
loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere
per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro
volontà. Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che
veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e
facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie
di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri
figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che
non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a
dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così
il legno verde, che avverrà del legno secco?». Venivano condotti insieme con
lui anche due malfattori per essere giustiziati. Quando giunsero al luogo detto
Calvario, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a
sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli
altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati
lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se
tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il
suo capo: Questi è il re dei Giudei. Uno dei malfattori appesi alla croce lo
insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo
rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi
giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non
ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel
tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la
terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo.
Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio
spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione
glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». Anche tutte le folle che
erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne
tornavano percuotendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti assistevano da
lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando
questi avvenimenti.
Detto
il Munda cor meum il Sacerdote o il Diacono cant ail seguito in tono Evangelii
Et
ecce, vir nómine Joseph, qui erat decúrio, vir bonus et justus: hic non
consénserat consílio et áctibus eórum, ab Arimathaea civitáte Judaeæ, qui
exspectábat et ipse regnum Dei. Hic accéssit ad Pilátum et pétiit corpus Jesu:
et depósitum invólvit síndone, et pósuit eum in monuménto excíso, in quo nondum
quisquam pósitus fúerat.
C'era
un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non
aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatèa,
una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e
chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo
depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora
deposto.
OFFERTORIUM
Ps
101:2-3.
Signore,
esaudisci la mia preghiera, e giunga a te il mio grido: non volgere da me la
tua faccia.
SECRETA
Accogli,
o Signore, te ne supplichiamo, questo dono che Ti è offerto, e degnati di far
si che penetriamo con col nostro fervore nel mistero della passione del tuo
Figlio Signore nostro. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i
secoli dei secoli. Amen.
PRÆFATIO
DE SANCTA CRUCE
È
veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni
luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio:
Che hai procurato la salvezza del genere umano col legno della Croce: così che
da dove venne la morte, di là risorgesse la vita, e chi col legno vinse, dal
legno fosse vinto: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui la tua maestà
lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le
Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti
preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici
confessiamo dicendo
COMMUNIO
Mescolai
con lacrime la mia bevanda, perché, levatomi in alto, mi hai atterrato; ed io
come stelo sono inaridito; tu invece, o Signore, sussisti in eterno; e tu
sorgendo farai misericordia a Sion, perché è giunto il tempo di avere pietà di
essa.
POSTCOMMUNIO
Concedi
alle anime nostre, o Dio onnipotente, di ritenere fermamente che la vita eterna
ci è stata elargita da te, la morte temporale del Figlio tuo, che ci viene
attestata da questi venerandi misteri. Per il medesimo nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
ORATIO
SUPER POPULUM
Volgi
lo sguardo, o Signore, te ne supplichiamo, su questa tua famiglia, per la quale
nostro Signore Gesù Cristo non esitò di darsi nelle mani dei carnefici e di
subire il supplizio della croce. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in
unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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