L’antica
Vigilia di Pentecoste, riformata negli anni Cinquanta, prevedeva un rito simile
a quello della Vigilia del Sabato Santo con il canto delle profezie e la
benedizione del fonte battesimale.
La Stazione
è a San Giovanni in Laterano.
Rivestito
della pianeta violacea, il sacerdote, accompagnato dai ministri rivestiti della
pianeta plicata parimenti violacea, si porta all’altare, le cui candele sono
spente come per il Sabato Santo, e lo bacia nel mezzo. Poi in
cornu Epistolae canta le Profezie. Alla fine di queste non si
dice Deo gratias. Prima delle orazioni dopo le Profezie non si
dice Flectamus genua.
Prophetia
prima
Gen.
22, 1-19
In
diébus illis: Tentávit Deus Abraham, et dixit ad eum: Abraham, Abraham. At ille
respóndit: Adsum. Ait illi: Tolle fílium tuum unigénitum, quem díligis, Isaac,
et vade in terram visiónis: atque ibi ófferes eum in holocáustum super unum
móntium, quem monstrávero tibi. Igitur Abraham de nocte consúrgens, stravit
ásinum suum: ducens secum duos júvenes et Isaac, fílium suum. Cumque concidísset
ligna in holocáustum, ábiit ad locum, quem præcéperat ei Deus. Die autem
tértio, elevátis óculis, vidit locum procul: dixítque ad púeros suos:
Exspectáte hic cum ásino: ego et puer illuc usque properántes, postquam
adoravérimus, revertémur ad vos. Tulit quoque ligna holocáusti, et impósuit
super Isaac, fílium suum: ipse vero portábat in mánibus ignem et
gládium. Cumque due pérgerent simul, dixit Isaac patri suo: Pater mi. At
ille respóndit: Quid vis, fili? Ecce, inquit, ignis et ligna: ubi est víctima
holocáusti? Dixit autem Abraham : Deus providébit sibi víctimam holocáusti,
fili mi. Pergébant ergo páriter: et venérunt ad locum, quem osténderat ei Deus,
in quo ædificávit altáre et désuper ligna compósuit: cumque alligásset Isaac,
fílium suum, pósuit eum in altáre super struem lignórum. Extendítque manum et
arrípuit gládium, ut immoláret fílium suum. Et ecce, Angelus Dómini de cælo
clamávit, dicens: Abraham, Abraham. Qui respóndit: Adsum. Dixítque ei: Non
exténdas manum tuam super púerum neque fácias illi quidquam: nunc cognóvi, quod
times Deum, et non pepercísti unigénito fílio tuo propter me. Levávit Abraham
óculos suos, vidítque post tergum aríetem inter vepres hæréntem córnibus, quem
assúmens óbtulit holocáustum pro fílio. Appelavítque nomen loci illíus, Dóminus
videt. Unde usuqe hódie dícitur: In monte Dóminus vidébit. Vocávit autem
Angelus Dómini Abraham secúndo de cælo, dicens: Per memetípsum jurávi, dicit
Dóminus: quia fecísti hanc rem, et non pepercísti fílio tuo unigénito propter
me: benedícam tibi, et multiplicábo semen tuum sicut stellas cæli et velut
arénam, quæ est in lítore maris: possidébit semen tuum portas inimicórum
suórum, et benedicéntur in sémine tuo omnes gentes terræ, obœdísti voci
meæ. Revérsus est Abraham ad púeros suos, abierúntque Bersabée simul, et
habitávit ibi.
In
quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!».
Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami,
Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che
io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé
due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in
viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò
gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi:
«Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e
poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul
figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e
due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose:
«Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è
l'agnello per l'olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello
per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme; così arrivarono
al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la
legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. Poi Abramo
stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l'angelo del
Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!».
L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun
male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico
figlio». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna
in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece
del figlio. Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si
dice: «Sul monte il Signore provvede». Poi l'angelo del Signore chiamò dal
cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del
Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo
unico figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la
tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del
mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Saranno
benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai
obbedito alla mia voce». Poi Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in
cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.
Oratio
Oremus
Deus,
qui in Abrahæ fámuli tui ópere humáno géneri obediéntiæ exémpla præbuísti;
concéde nobis, et nostræ voluntátis pravitátem frángere, et tuórum præceptórum
rectitúdinem in ómnibus adimplére. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium
tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo
Dio,
che nell’agire del tuo servo Abramo hai dato al genere umano un esempio di
obbedienza: concedici di spezzare la malvagità della nostra volontà e di
adempiere in ogni cosa i tuoi retti comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Prophetia
secunda
Exodi
14, 24-31; 15, 1
In
diebus illis: Factum est in vigília matutína, et ecce respíciens Dóminus super
castra Ægyptiórum per colúmnam ignis et nubis, interfécit exércitum eórum: et
subvértit rotas cúruum, ferebantúrque in profúndum. Dixérunt ergo Ægýptii:
Fugiámus Israélem: Dóminus enim pugnat pro eis contra nos. Et ait Dóminus
ad Móysen: Exténde manum tuam super mare, ut revertántur aquæ ad Ægýptios super
currus et équites eórum. Cumque extendísset Móyses manum contra mare, revérsum
est primo dilúculo ad priórem locum: fugientibúsque Ægýptiis occurrérunt aquæ,
et invólvit eos Dóminus in médiis flúctibus. Reversaéque sunt aquæ, et
operuérunt currus, et équites cuncti exércitus Pharaónis, qui sequéntes
ingréssi fúerant mare: nec unus quidem supérfuit ex eis. Fílii autem Israël
perrexérunt per médium sicci maris, aquæ eis erant quasi pro muro a dextris et
a sinístris : liberavítque Dóminus in die illa Israël de manu Ægyptiórum. Et
vidérunt Ægýptios mórtuos super litus maris, et manum magnam, quam exercúerat
Dóminus contra eos: timuítque pópulus Dóminum, et credidérunt Dómino et Móysi,
servo ejus. Tunc cécinit Móyses et fílii Israël carmen hoc Dómino, et dixérunt:
In
quei giorni, alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e
di nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta.
Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora
gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte
per loro contro gli Egiziani!». Il Signore disse a Mosè: «Stendi la
mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro
cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò
al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano
contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque
ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l'esercito del faraone,
che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno.
Invece gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al mare, mentre
le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. In quel
giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli
Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la
quale il Signore aveva agito contro l'Egitto e il popolo temette il Signore e
credette in lui e nel suo servo Mosè. Allora Mosè e gli Israeliti cantarono
questo canto al Signore e dissero:
Tractus.
Exodi
15, 1 et 2.
Cantémus
Dómino: glorióse enim honorificátus est: equum et ascensórem proiécit in mare:
adjútor et protéctor factus est mihi in salútem.
V. Hic
Deus meus, et honorificábo eum: Deus patris mei, et exaltábo eum.
V. Dóminus
cónterens bella: Dóminus nomen est illi.
Cantiamo
al Signore perché si è maestosamente glorificato; ha precipitato in mare
cavallo e cavaliere. Il Signore è la mia forza, il mio protettore, la mia
salvezza.
V. Egli
è il mio Dio e lo glorificherò; il Dio di mio padre e Lo esalterò.
V. Il Signore debella le guerre: il suo nome è l'Onnipotente.
V. Il Signore debella le guerre: il suo nome è l'Onnipotente.
Oratio
Oremus
Deus,
qui primis tempóribus impléta mirácula novi Testaménti luce reserásti, ut et
Mare Rubrum forma sacri fontis exsísteret, et liberáta plebs ab Ægyptíaca
servitúte christiáni pópuli sacraménta præférret : da, ut omnes gentes,
Israélis privilégium mérito fídei consecútæ, Spíritus tui participatióne
regeneréntur.
Prophetia
Tertia
Deut.
31, 22-30
In
diébus illis: Scripsit Móyses cánticum, et dócuit fílios Israël. Præcipítque
Dóminus Jósue, fílio Nun, et ait: Confortáre, et esto robústus: tu enim
introdúces fílios Israël in terram, quam pollícitus sum, et ego ero tecum.
Postquam ergo scripsit Móyses verba legis hujus in volúmine, atque complévit:
præcépit Levítis, qui portábant arcam foéderis Dómini, dicens: Tóllite librum
istum, et pónite eum in látere arcæ foéderis Dómini, Dei vestri: ut sit ibi
contra te in testimónium. Ego enim scio contentiónem tuam et cervícem tuam duríssimam.
Adhuc vivénte me et ingrediénte vobíscum, semper contentióse egístis contra
Dóminum: quanto magis, cum mórtuus fúero? Congregáte ad me omnes majóres natu
per tribus vestras, atque doctóres, et loquar audiéntibus eis sermónes istos,
et invocábo contra eos cælum et terram. Novi enim, quod post mortem meam iníque
agétis et declinábitis cito de via, quam præcépi vobis : et occúrrent vobis
mala in extrémo témpore, quando fecéritis malum in conspéctu Dómini, ut
irritétis eum per ópera mánuum vestrárum. Locútus est ergo Móyses, audiénte
univérso cœtu Israël, verba cárminis hujus, et ad finem usque complévit.
In
quei giorni, Mosè scrisse quel giorno questo canto e lo insegnò agli Israeliti.
Poi il Signore comunicò i suoi ordini a Giosuè, figlio di Nun, e gli disse:
«Sii forte e fatti animo, poiché tu introdurrai gli Israeliti nel paese, che ho
giurato di dar loro, e io sarò con te».
Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di questa legge, ordinò ai leviti che portavano l'arca dell'alleanza del Signore: «Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell'arca dell'alleanza del Signore vostro Dio; vi rimanga come testimonio contro di te; perché io conosco la tua ribellione e la durezza della tua cervice. Se fino ad oggi, mentre vivo ancora in mezzo a voi, siete stati ribelli contro il Signore, quanto più lo sarete dopo la mia morte! Radunate presso di me tutti gli anziani delle vostre tribù e i vostri scribi; io farò udire loro queste parole e prenderò a testimoni contro di loro il cielo e la terra. So infatti che, dopo la mia morte, voi certo vi corromperete e vi allontanerete dalla via che vi ho detto di seguire; la sventura vi colpirà negli ultimi giorni, perché avrete fatto ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno con l'opera delle vostre mani». Poi Mosè pronunziò innanzi a tutta l'assemblea d'Israele le parole di questo canto, fino al loro termine.
Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di questa legge, ordinò ai leviti che portavano l'arca dell'alleanza del Signore: «Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell'arca dell'alleanza del Signore vostro Dio; vi rimanga come testimonio contro di te; perché io conosco la tua ribellione e la durezza della tua cervice. Se fino ad oggi, mentre vivo ancora in mezzo a voi, siete stati ribelli contro il Signore, quanto più lo sarete dopo la mia morte! Radunate presso di me tutti gli anziani delle vostre tribù e i vostri scribi; io farò udire loro queste parole e prenderò a testimoni contro di loro il cielo e la terra. So infatti che, dopo la mia morte, voi certo vi corromperete e vi allontanerete dalla via che vi ho detto di seguire; la sventura vi colpirà negli ultimi giorni, perché avrete fatto ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno con l'opera delle vostre mani». Poi Mosè pronunziò innanzi a tutta l'assemblea d'Israele le parole di questo canto, fino al loro termine.
Tractus
Deut.
32, 1-4.
Atténde,
cælum, et loquar: et áudiat terra verba ex ore meo.
V. Exspectétur
sicut plúvia elóquium meum: et descéndant sicut ros verba mea.
V. Sicut
imber super gramen et sicut nix super fænum : quia nomen Dómini invocábo.
V. Date
magnitúdinem Deo nostro : Deus, vera ópera ejus, et omnes viæ ejus judícia.
V. Deus
fidélis, in quo non est iníquitas : justus et sanctus Dóminus.
Udite,
o cieli, quello che io dico, ascolti la terra le parole della mia bocca.
V. Si
aspetti come pioggia la mia dottrina, stilli come rugiada la mia parola;
V. Come
acquazzone su una pianura verdeggiante, come scroscio d’acqua su l’erba
nascente; poiché il nome del Signore io proclamo:
V. Rendete
onore al nostro Dio! Le opere di Dio sono perfette, tutte le sue vie sono
giuste.
V. Dio
è fedele e senza iniquità, giusto e santo è il Signore!
Oratio
Oremus
Deus,
glorificátio fidélium et vita justórum, qui per Móysen, fámulum tuum, nos
quoque modulatióne sacri cárminis erudísti: univérsis géntibus misericórdiæ tuæ
munus operáre, tribuéndo beatitúdinem, auferéndo terrórem; ut, quod
pronuntiátum est ad supplícium, in remédium transferátur ætérnum. Per Dóminum
nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate
Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo
Dio,
gloria dei fedeli e vita dei giusti, che per mezzo di Mosè tuo servo ci hai
ammaestrato mediante il canto del sacro carme: compi in tutte le genti l’opera
della tua misericordia, elargendoci la felicità e allontanando il terrore,
affinché ciò che era stato pronunziato come condanna si trasformi ora in
rimedio per la vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che
è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
Prophetia
tertia
Is. 4,
1-6
Ap prehéndent
septem mulíeres virum unum in die illa, dicéntes: Panem nostrum comedémus et
vestiméntis nostris operiémur: tantúmmodo invocétur nomen tuum super nos, aufer
oppróprium nostrum. In die illa erit germen Dómini in magnificéntia et glória,
et frunctus terræ súblimis, et exsultátio his, qui salváti fúerint de Israël.
Et erit: Omnis, qui relíctus fúerit in Sion et resíduus in Jerúsalem, sanctus
vocábitur, omnis, qui scriptus est in vita in Jerúsalem. Si ablúerit Dóminus
sordes filiárum Sion, et sánguinem Jerúsalem láverit de médio ejus, in spíritu
judícii et spíritu ardóris. Et creábit Dóminus super omnem locum montis Sion,
et ubi invocátus est, nubem per diem, et fumum et splendórem ignis flammántis
in nocte: super omnem enim glóriam protéctio. Et tabernáculum erit in
umbráculam diéi ad æstu, et in securitátem et absconsiónem a túrbine et a
plúvia.
Sette
donne afferreranno un uomo solo, in quel giorno, e diranno: «Ci nutriremo del
nostro pane e indosseremo le nostre vesti; soltanto, lasciaci portare il tuo
nome. Toglici la nostra vergogna». In quel giorno, il germoglio del Signore
crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e
ornamento per gli scampati di Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà
superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo, cioè quanti saranno iscritti per
restare in vita in Gerusalemme. Quando il Signore avrà lavato le brutture delle
figlie di Sion e avrà pulito l'interno di Gerusalemme dal sangue che vi è stato
versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello sterminio, allora
verrà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutte le sue assemblee come
una nube e come fumo di giorno, come bagliore di fuoco e fiamma di notte,
perché sopra ogni cosa la gloria del Signore sarà come baldacchino. Una tenda fornirà
ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro i temporali e contro
la pioggia.
Tractus.
Is. 5,
1 et 2.
Vínea
facta est dilécto in cornu, in loco úberi.
V. Et
macériam circúmdedit, et circumfódit: et plantávit víneam Sorec, et ædificávit turrim
in médio ejus.
V. Et
tórcular fodit in ea: vínea enim Dómini Sábaoth domus Israël est.
Il
mio diletto aveva una vigna in un colle fertile.
V. La
circondò di mura e di fossati; vi piantò la vigna di Sorec ed edificò in mezzo
di essa una torre.
V. E vi
scavò uno strettoio, perché la vigna del Signore degli Eserciti è la casa
d'Israele .
Oratio
Oremus
Omnípotens
sempitérne Deus, qui, per únicum Fílium tuum, Ecclésiæ tuæ demonstrásti te esse
cultórem, omnem pálmitem, fractum in eodem Christo tuo, qui vera vitis est,
afferéntem, cleménter éxcolens, ut fructus áfferat amplióres : fidélibus tuis,
quos velut víneam ex Ægýpto per fontem baptísmi transtulísti, nullæ peccatórum
spinæ præváleant; ut, Spíritus tui sanctificatióne muníti, perpétua fruge diténtur.
Per eundem Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et
regnat in unitáte ejúsdem Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Preghiamo
Onnipotente
e sempiterno Dio che per mezzo del tuo unico Figlio dimostrasti d’esser tu
stesso il coltivatore della tua Chiesa; mentre di ogni tralcio che reca frutto
nel medesimo tuo Cristo vera vite, tu ti prendi cura sollecita perché
copiosamente fruttifichi, non permettere che le spine dei peccati ricoprano i
tuoi fedeli che al pari d’un vigneto trasferisti dall’Egitto in grazia del
fonte battesimale, affinché, santificati ed agguerriti dal tuo Spirito, rechino
frutto copioso di buone opere. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo
Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con il medesimo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Prophetia
quinta
Baruch
3, 9-38
Audi,
Israël, mandáta vitæ: áuribus pércipe, ut scias prudéntiam. Quid est, Israël,
quod in terra inimicórum es? Inveterásti in terra aliéna, coinquinátus es cum
mórtuis: deputátus es cum descendéntibus in inférnum. Dereliquísti fontem
sapiéntiæ. Nam si in via Dei ambulássas, habitásses útique in pace sempitérna.
Disce, ubi sit prudéntia, ubi sit virtus, ubi sit intelléctus: ut scias simul,
ubi sit longitúrnitas vitæ et victus, ubi sit lumen oculórum et pax. Quis
invénit locum ejus? et quis intrávit in thesáuros ejus? Ubi sunt príncipes
géntium, et qui dominántur super béstias, quæsunt super terram? qui in ávibus
cæli ludunt, qui argéntum thesaurízant et aurum, in quo confídunt hómines, et
non est finis acquisitiónis eórum? qui argéntum fábricant, et sollíciti sunt,
nec est invéntio óperum illórum? Extermináti sunt, et ad ínferos descendérunt,
et álii loco eórum surrexérunt. Júvenes vidérunt lumen, et habitavérunt super
terram: viam autem disciplínæ ignoravérunt, neque intellexérunt sémitas ejus,
neque fílii eórum sucepérunt eam, a fácie ipsórum longe facta est : non est audíta
in terra Chánaan, neque visa est in Theman. Fílii quoque Agar, qui exquírunt
prudéntiam, quæ de terra est, nogotiatóres Merrhæ et Theman, et fabulatóres, et
exquisitóres prudéntiæ et intellegéntias: viam autem sapiéntiæ nesciérunt,
neque commemoráti sunt sémitas ejus. O Israël, quam magna est domus Dei et
ingens locus possessiónis ejus! Magnus est et non habet finem: excélsus et
imménsus. Ibi fuérunt gigántes nomináti illi, qui ab inítio fuérunt, statúra
magna, sciéntes bellum. Non hos elégit Dóminus, neque viam disciplínæ
invenérunt: proptérea periérunt. Et quóniam non habuérunt sapiéntiam,
interiérunt propter suam insipiéntiam. Quis ascéndit in cælum, et accépit eam
er adúxit eam de núbibus? Quis transfretávit mare, et invénit illam? et áttulit
illam super aurum eléctum? Non est, qui, qui possit scire vias ejus neque qui
exquírat sémitas ejus: sed qui scit univérsa, novit eam et adinvénit eam
prudéntia sua: qui præparávit terram in ætérno témpore, et replévit eam
pecúdibus et quadrupédibus: qui emíttit lumen, et vadit: et vocávit illud, et
oboédit illi in tremóre. Stellæ autem dedérunt lumen in custódiis suis, et
lætáte sun: vocátæ sunt, et dixérunt: Adsumus: et luxérunt ei cum jucunditáte,
qui fecit illas. Hic est Deus noster, et æstimábitur álius advérsus eum. Hic
adinvénit omnem viam disciplínæ, trádidit illam Jacob púero suo et Israël
dilécto suo. Post hæc in terris visus est, et cum homínibus conversátus est.
Ascolta,
Israele, i comandamenti della vita, porgi l'orecchio per intender la prudenza.
Perché, Israele, perché ti trovi in terra nemica e invecchi in terra straniera?
Perché ti contamini con i cadaveri e sei annoverato fra coloro che scendono
negli inferi? Tu hai abbandonato la fonte della sapienza! Se tu avessi
camminato nei sentieri di Dio, saresti vissuto sempre in pace. Impara dov'è la
prudenza, dov'è la forza, dov'è l'intelligenza, per comprendere anche dov'è la
longevità e la vita, dov'è la luce degli occhi e la pace. Ma chi ha scoperto la
sua dimora, chi è penetrato nei suoi forzieri? Dove sono i capi delle nazioni,
quelli che dominano le belve che sono sulla terra? Coloro che si divertono con
gli uccelli del cielo, quelli che ammassano argento e oro, in cui confidano gli
uomini, e non pongono fine ai loro possessi? Coloro che lavorano l'argento e lo
cesellano senza rivelare il segreto dei loro lavori? Sono scomparsi, sono scesi
negli inferi e altri hanno preso il loro posto. Nuove generazioni hanno visto
la luce e sono venute ad abitare il paese, ma non hanno conosciuto la via della
sapienza, non hanno appreso i suoi sentieri; neppure i loro figli l'hanno
raggiunta, anzi, si sono allontanati dalla sua via. Non se n'è sentito parlare
in Canaan, non si è vista in Teman. I figli di Agar, che cercano sapienza
terrena, i mercanti di Merra e di Teman, i narratori di favole, i ricercatori
dell'intelligenza non hanno conosciuto la via della sapienza, non si son
ricordati dei suoi sentieri. Israele, quanto è grande la casa di Dio, quanto è
vasto il luogo del suo dominio! È grande e non ha fine, è alto e non ha misura!
Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella
guerra; ma Dio non scelse costoro e non diede loro la via della sapienza:
perirono perché non ebbero saggezza, perirono per la loro insipienza. Chi è salito
al cielo per prenderla e farla scendere dalle nubi? Chi ha attraversato il mare
e l'ha trovata e l'ha comprata a prezzo d'oro puro? Nessuno conosce la sua via,
nessuno pensa al suo sentiero. Ma colui che sa tutto, la conosce e l'ha
scrutata con l'intelligenza. È lui che nel volger dei tempi ha stabilito la
terra e l'ha riempita d'animali; lui che invia la luce ed essa va,
che la richiama ed essa obbedisce con tremore. Le stelle brillano dalle loro
vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia
per colui che le ha create. Egli è il nostro Dio e nessun altro può essergli
paragonato. Egli ha scrutato tutta la via della sapienza e ne ha fatto dono a
Giacobbe suo servo, a Israele suo diletto. Per questo è apparsa sulla terra e ha
vissuto fra gli uomini.
Oratio
Oremus
Deus,
qui nobis per Prophetárum ora præcepísti temporália relínquere atque ad ætérna
festináre : da fámulis tuis; ut, quæ a te jussa cognóvimus, implére cælésti
inspiratióne valeámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui
tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spiritus Sancti Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo
Dio
che per bocca dei Profeti ci hai comandato di abbandonare le cose terrene e di
tener dietro a quelle eterne: concedici di poter adempiere per divina
ispirazione quanto sappiamo tu ci hai prescritto. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Prophetia
Sexta
Ezech.
37, 1-14
In
diébus illis: Facta est super me manus Dómini, et edúxit me in spíritu Dómini:
et dimísit me in médio campi, qui erat plenus óssibus: et circumdúxit me per ea
in gyro: erant autem multa valde super fáciem campi síccaque veheménter. Et
dixit ad me: Fili hóminis, putásne vivent ossa ista? Et dixi : Dómine Deus, tu
nosti. Et dixit ad me: Vaticináre de óssibus istis: et dices eis: Ossa árida,
audíte verbum Dómini. Hæc dicit Dóminus Deus óssibus his: Ecce, ego intromíttam
in vos spíritum, et vivétis. Et dabo super vos nervos, et succréscere fáciam
super vos carnes, et superexténdam in vobis cutem: et dabo vobis spíritum, et
vivétis, et sciétis, quia ego Dóminus. Et prophetávi, sicut præcéperat mihi:
factus est autem sónitus prophetánte me, et ecce commótio: et accessérunt ossa
ad ossa, unumquódque ad junctúram suam. Et vidi, et ecce, super ea nervi et
carnes ascendérunt : et exténta est in eis cutis désuper, et spíritum non
habébant. Et dixit ad me: Vaticináre ad spíritum, vaticináre, fili hóminis, et dices
ad spíritum: Hæc dicit Dóminus Deus: A quátuor ventis veni, spíritus, insúffla
super interféctos istos, et revivíscant. Et prophetávi, sicut præcéperat mihi:
et ingréssus est in ea spíritus, et vixérunt: steterúntque super pedes suos
exércitus grandis nimis valde. Et dixit ad me: Fili hóminis, ossa hæc univérsa,
domus Israël est: ipsi dicunt: Aruérunt ossa nostra, et périit spes nostra, et
abscíssi sumus. Proptérea vaticináre, et dices ad eos: Hæc dicit Dóminus Deus:
Ecce, ego apériam túmulos vestros, et edúcam vos de sepúlcris vestris, pópulus
meu: et indúcam vos in terram Israël. Et sciétis, quia ego Dóminus, cum
aperúero sepúlcra vestra et edúxero vos de túmulis vestris, pópule meus: et
dédero spíritum meum in vobis, et vixéritis, et requiéscere vos fáciam super
humum vestram: dicit Dóminus omnípotens.
In
quei giorni, la mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in
spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare
accanto ad esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella
distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: «Figlio dell'uomo, potranno
queste ossa rivi vere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò:
«Profetizza su queste ossa e annuncia loro: Ossa inaridite, udite la parola del
Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi
lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la
carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete.
Saprete che io sono il Signore». Io profetizzai come mi era stato ordinato;
mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si
accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai, ed ecco
apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma
non c'era spirito in loro. Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza,
figlio dell'uomo, e annuncia allo spirito: Così dice il Signore Dio: Spirito,
vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano». Io
profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in
vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. Mi disse:
«Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo:
Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti.
Perciò profetizza e annuncia loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i
vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi
riconduco nella terra d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando
aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò
entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra.
Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore
Onnipotente.
Oratio
Oremus
Domine,
Deus virtútum, qui collápsa réparas et reparáta consérvas: auge pópulos in tui
nóminis sanctificatióne renovándos; ut omnes, qui sacro baptísmate diluúntur,
tua semper inspiratióne dirigántur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium
tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo
Signore
Dio degli eserciti, che risollevi ciò che è caduto e, risollevato, lo conservi:
accresci il numero dei popoli da rigenerare nel tuo santo nome, affinché coloro
che sono stati mondato per il sacro battesimo siano sempre diretti dalla tua
ispirazione . Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive
e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Detta
l’ultima orazione il celebrante depone la pianeta e assume il piviale violaceo.
Mentre si reca al fonte battesimale si canta:
Tractus
Ps.
41,2-4.
Sicut
cervus desíderat ad fontes aquárum: ita desíderat ánima mea ad te, Deus.
V. Sitívit
ánima mea ad Deum vivum: quando véniam, et apparébo ante fáciem Dei?
V. Fuérunt
mihi lácrimæ meæ panes die ac nocte, dum dícitur mihi per síngulos dies: Ubi
est Deus tuus?
Come
il cervo anela alle fonti d’acqua, così l’anima mia ti desidera, o Dio.
V. L’anima
mia ha sete del Dio vivente. Quando verrò e mi presenterò dinnanzi al tuo volto?
V. Le
lacrime sono diventate mio cibo giorno e notte, mentre mi sento chiedere
continuamente: dov'è il tuo Dio?
Prima
di accostarsi al fonte per benedirlo il sacerdote dice
V. Dominus
vobiscum.
R. Et
cum spiritu tuo.
Oremus
Concéde,
quaésumus, omnípotens Deus : ut, qui sollemnitátem doni Sancti Spíritus
cólimus, cæléstibus desidériis accénsi, fontem vitæ sitiámus. Per Dóminum
nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte
ejúsdem Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo
Fa’,
Dio onnipotente, che, celebrando la solennità del dono dello Spirito Santo,
siamo accesi dai desideri celesti e accoriamo sitibondi al fonte della vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con
te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Il
resto procede come per la benedizione del fonte nel Sabato Santo.
Conclusa
l’orazione si procede alla benedizione del fonte
V. Dóminus
vobíscum.
R. Et
cum spíritu tuo.
Orémus
Omnípotens
sempitérne Deus, adésto magnæ pietátis tuæ mystériis, adésto sacraméntis: et ad
recreándos novos pópulos, quos tibi fons baptísmatis párturit, spíritum
adoptiónis emítte; ut, quod nostræ humilitátis geréndum est ministério,
virtútis tuæ impleátur efféctu. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium
tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spiritus Sancti Deus
Preghiamo
Dio
onnipotente ed eterno, sii presente a questi misteri della tua grande bontà,
assisti a questi sacramenti e a ricreare i popoli novelli, che il fonte
battesimale ti genera, manda lo Spirito di adozione; onde per opera della tua
potenza si attui, quanto sì compie dal nostro umile ministero. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo
Elevando
la voce in tono di prefazio il celebrante canta
Per
omnia sǽcula
sæculórum.
R. Amen.
V. Dóminus
vobíscum.
R. Et
cum Spíritu tuo.
V. Sursum
corda.
R. Habémus
ad Dóminum.
V. Grátias
agámus Dómino Deo nostro.
R. Dignum
et justum est.
Vere
dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias
ágere, Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui invisíbili poténtia
sacramentórum tuórum mirabíliter operáris efféctum: Et licet nos tantis
mystériis exsequéndis simus indígni: Tu tamen grátiæ tuæ dona non déserens,
etiam ad nostras preces aures tuæ pietátis inclínas. Deus, cujus Spíritus super
aquas inter ipsa mundi primórdia ferebátur: ut jam tunc virtútem
sanctificatiónis aquárum natúra concíperet. Deus, qui, nocéntis mundi crímina
per aquas ábluens, regeneratiónis spéciem in ipsa dilúvii effusióne signásti:
ut, uníus ejusdémque eleménti mystério, et finis esset vítiis et orígo
virtútibus. Réspice, Dómine, in fáciem Ecclésiæ tuæ, et multíplica in ea
regeneratiónes tuas, qui grátiæ tuæ affluéntis ímpetu lætíficas civitátem tuam:
fontémque baptísmatis áperis toto orbe terrárum géntibus innovándis: ut, tuæ
majestátis império, sumat Unigéniti tui grátiam de Spíritu Sancto.
È
veramente cosa degna e giusta, equa e salutare che noi sempre ed ovunque ti
rendiamo grazie, o Signore santo, Padre onnipotente, eterno Iddio. Il Quale con
invisibile potenza mirabilmente raggiungi l'effetto dei tuoi sacramenti. Benché
ministri indegni di così grandi misteri, Tu non abbandoni quelli che sono
oggetto della tua grazia e chini l'orecchio della tua bontà anche alle nostre
preghiere. O Dio, il cui Spirito, al principio del mondo, aleggiava sulle
acque, affinché fin da allora l'acqua naturale ricevesse la virtù di
santificare le anime. O Dio, che astergendo i crimini di un mondo colpevole
mediante l'acqua, indicasti una figura della redenzione nella stessa
inondazione del diluvio; così che da un medesimo elemento misteriosamente si
avesse e fine dei peccati e principio delle virtù! Riguarda, o Signore, alla
tua Chiesa ed in essa moltiplica le tue rigenerazioni, Tu che con l'effluvio
della tua grazia rallegri la tua santa città e in tutto il mondo apri le fonti
del Battesimo per rinnovare le nazioni; affinché, al comando della i tua
maestà, essa riceva la grazia del tuo unico Figlio dallo Spirito Santo.
Qui il
Sacerdote con la mano estesa separa l’acqua in forma di croce
Qui
hanc aquam, regenerándis homínibus præparátam, arcána sui núminis admixtióne
fecúndet: ut, sanctificatióne concépta, ab immaculáto divíni fontis útero, in
novam renáta creatúram, progénies cœléstis emérgat: Et quos aut sexus in
córpore aut ætas discérnit in témpore, omnes in unam páriat grátia mater
infántiam. Procul ergo hinc, jubénte te, Dómine, omnis spíritus immundus
abscédat: procul tota nequítia diabólicæ fraudis absístat. Nihil hic loci
hábeat contráriæ virtútis admíxtio: non insidiándo circúmvolet: non laténdo
subrépat: non inficiéndo corrúmpat.
Il
Quale Spirito Santo, col suo arcano influsso, renda feconda quest'acqua
preparata per la rigenerazione degli uomini; affinché avuta la benedizione,
sorga dal seno immacolato di questo fonte divino una progenie celeste, una
creatura rinata a nuova vita; e la Grazia, come madre, generi tutti alla
medesima infanzia, senza distinzione di età e di sesso. Lontano di qui pertanto
e per tuo comando, o Signore, se ne vada ogni spirito immondo; si allontani
ogni malizia di diabolico inganno. Qui non possa immischiarsi alcuna potenza
nemica, né insidiosa raggirarsi, né insinuante nascondersi, né col contatto
infettare.
Il
Sacerdote tocca l’acqua con la mano.
Sit
hæc sancta et ínnocens creatúra líbera ab omni impugnatóris incúrsu, et totíus
nequítiæ purgáta discéssu. Sit fons vivus, aqua regénerans, unda puríficans: ut
omnes hoc lavácro salutífero diluéndi, operánte in eis Spíritu Sancto, perféctæ
purgatiónis indulgéntiam consequántur.
Sia
questa creatura santa ed innocente, libera da ogni assalto nemico e purificata
con l'allontanamento di ogni malizia. Sia fonte vivo, acqua rigeneratrice, onda
purificatrice; affinché quanti saranno lavati in questo bagno salutare,
ricevano, per opera dello Spirito Santo, la grazia di una perfetta
purificazione.
Il
Sacerdote fa tre segni di croce sul fonte dicendo:
Unde
benedíco te, creatúra aquæ, per Deum ☩ vivum, per ☩ verum, per Deum ☩ sanctum: per
Deum, qui te in princípio verbo separávit ab árida: cujus Spíritus super te
ferebátur.
Perciò
ti benedico, o creatura acqua, per il Dio vivente,
per il Dio vero, per il Dio Santo;
per quel Dio che, nel principio, con una parola, ti separò dalla terra; e il
cui Spirito aleggiava su di te.
Il
Sacerdote divide l’acqua verso i quattro punti cardinali
Qui
te de paradisi fonte manáre fecit, et in quátuor flumínibus totam terram rigáre
præcépit. Qui te in desérto amáram, suavitáte indita, fecit esse potábilem, et
sitiénti pópulo de petra prodúxit. Be ☩ nedíco
te et per Jesum Christum, Fílium ejus únicum, Dominum nostrum: qui te in Cana
Galilæ signo admirábili sua poténtia convértit in vinum. Qui pédibus super te
ambulávit: et a Joánne in Jordáne in te baptizátus est. Qui te una cum sánguine
de látere suo prodúxit: et discípulis suis jussit, ut credéntes baptizaréntur
in te, dicens: Ite, docéte omnes gentes, baptizántes eos in nómine Patris, et
Fílii, et Spíritus Sancti.
Per
quel Dio che ti fece scaturire dal mezzo del Paradiso e divisa in quattro fiumi
ti comandò di irrigare tutta la terra; che nel deserto da amara ti rese soave e
potabile, e poi dalla pietra ti fece scaturire per dissetare il popolo. Ti
benedico anche per Gesù Cristo, Signor nostro,
unico suo Figlio, che in Cana di Galilea, con segno mirabile ti convertì in
vino. Che a piedi asciutti camminò su di te, e in te fu da Giovanni
battezzato al Giordano, Per Gesù che, unitamente al sangue, ti fece uscire dal
suo costato e comandò ai discepoli di battezzare in te i credenti, dicendo:
«Andate, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo».
Dal
tono di prefazio si passa al tono di lezione
Hæc
nobis præcépta servantibus, tu, Deus omnípotens, clemens adésto: tu benignus
aspíra.
Dio
onnipotente, guarda propizio a quanto noi facciamo in obbedienza ai tuoi
precetti; benigno invia il tuo Spirito.
Il
Sacerdote alita tre volte a forma di croce sull’acqua dicendo
Tu
has simplices aquas tuo ore benedicito: ut præter naturálem emundatiónem, quam
lavándis possunt adhibere corpóribus, sint etiam purificándis méntibus
efficáces.
Tu
stesso con la tua bocca benedici queste acque; affinché oltre la naturale
efficacia di lavare i corpi, acquistino anche quella di purificare le anime.
Il
sacerdote immerge il Cero pasquale nell’acqua e, riprendendo il tono di
prefazio, dice
Descéndat
in hanc plenitúdinem fontis virtus Spíritus Sancti.
Discenda
su tutta l'acqua di questo fonte la virtù dello Spirito Santo.
Il
Sacerdore ripete “Descendat etc” per altre due volte immergendo il Cero pasquale.
Successivamente
soffia sull’acqua tre volte facendo una Ψ e
prosegue:
Totamque
hujus aquæ substántiam regenerándi fecúndet efféctu.
E
tutta quest'acqua renda capace di conferire la Rigenerazione.
Il
Sacerdote toglie il cero dall’acqua e prosegue:
Hic
ómnium peccatórum máculæ deleántur: hic natúra ad imáginem tuam cóndita, et ad
honórem sua reformáta princípii, cunctis vetustátis squalóribus emundétur: ut
omnis homo, sacraméntum hoc regeneratiónis ingréssus, in veræ innocéntiæ novam
infánti am renascátur.
Siano
qui cancellate tutte le macchie dei peccati: qui la natura creata a tua
immagine e restituita alla dignità originale, sia mondata da tutte le sozzure
del passato; affinché ogni uomo entrato in questo sacramento di
rigenerazione rinasca alla vera innocenza di una nuova infanzia.
E
leggendo dice:
Per
Dominum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: Qui ventúrus est judicáre vivos et
mórtuos, et sæculum per ignem. Amen.
Il
Sacerdore sparge sull’acqua in forma di croce l’Olio dei catecumeni dicendo:
Sanctificétur ☩ et fecundétur
fons iste Oleo salútis renascéntibus ex eo, in vitam ætérnam. Amen.
Sia
santificato e fecondato questo fonte con l'Olio
della salute per donare la vita eterna a coloro che in esso saranno rigenerati.
Amen.
Allo
stesso modo infonde il Crisma
Infúsio
Chrísmatis Dómini nostri Jesu Christi, et Spíritus Sancti Parácliti, fiat in
nómine sanctæ Trinitátis. Amen.
L'infusione
del Crisma del Signor nostro Gesù Cristo e dello Spirito Santo consolatore,
avvenga nel nome della santa Trinità. Amen.
Allo
stesso modo infonde assieme l’Olio dei Catecumeni e il Crisma
Commíxtio
Chrísmatis sanctificatiónis, et Olei unctiónis, et Aquæ baptísmatis, páriter
fiat in nómine Pa ☩ tris, et Fí ☩ lii, et Spíritus ☩ Sancti. Amen.
La
miscela del Crisma di santificazione e dell'olio di unzione e dell'acqua di
battesimo, sia ugualmente fatta nel nome del Padre
e del Figlio e dello
Spirito Santo. Amen.
Il
Sacerdote e i ministri si prostrano davanti all’altare e si cantano le litanie
dei Santi
Kýrie,
eléison.
Christe,
eléison.
Kýrie,
eléison.
Christe,
audi nos.
Christe,
exáudi nos.
Pater
de cælis, Deus, miserére nobis.
Fili,
Redémptor mundi, Deus, miserére nobis.
Spíritus
Sancte, Deus, miserére nobis.
Sancta
Trínitas, unus Deus, miserére nobis.
Sancta
María, ora pro nobis.
Sancta
Dei Génitrix, ora pro nobis.
Sancta
Virgo vírginum, ora pro nobis.
Sancte
Míchaël, ora pro nobis.
Sancte
Gábriel, ora pro nobis.
Sancte
Ráphaël, ora pro nobis.
Omnes
sancti Angeli et Archángeli, oráte pro nobis.
Omnes
sancti beatórum Spirítuum órdines, orate pro nobis.
Sancte
Joánnes Baptísta, ora pro nobis.
Sancte
Joseph, ora pro nobis.
Omnes
sancti Patriárchæ et Prophétæ, orate pro nobis.
Sancte
Petre, ora pro nobis.
Sancte
Paule, ora pro nobis.
Sancte
Joánnes, ora pro nobis.
Omnes
sancti Apóstoli et Evangelístæ, orate pro nobis.
Omnes
sancti Discípuli Dómini, ora pro nobis.
Sancte
Stéphane, ora pro nobis.
Sancte
Vincénti, ora pro nobis.
Omnes
sancti Mártyres, oráte.
Sancte
Silvéster, ora pro nobis.
Sancte
Gregóri, ora pro nobis.
Sancte
Augustíne, ora pro nobis.
Omnes
sancti Pontífices et Confessóres, orate pro nobis.
Omnes
sancti Doctóres, oráte pro nobis.
Sancte
Antóni, ora pro nobis.
Sancte
Benedícte, ora pro nobis.
Sancte
Domínice, ora pro nobis.
Sancte
Francísce, ora pro nobis.
Omnes
sancti Sacerdótes et Levítæ, orate pro nobis.
Omnes
sancti Monáchi et Eremítæ, orate pro nobis.
Sancta
María Magdaléna, ora pro nobis.
Sancta
Agnes, ora pro nobis.
Sancta
Cæcília, ora pro nobis.
Sancta
Agatha, ora pro nobis.
Sancta
Anastásia, ora pro nobis.
Omnes
sanctæ Vírgines et Víduæ, ora pro nobis.
Omnes
Sancti et Sanctæ Dei, intercédite pro nobis.
Propíti
us esto, parce nobis, Dómine.
Propítius
esto, exáudi nos, Dómine.
Ab
omni malo, libera nos, Dómine.
Ab
omni peccáto, libera nos, Dómine.
A
morte perpétua, libera nos, Dómine.
Per
mystérium sanctæ incarnatiónis tuæ, libera nos, Dómine.
Per
advéntum tuum, libera nos, Dómine.
Per
nativitátem tuam, libera nos, Dómine.
Per
baptísmum et sanctum jejúnium tuum, libera nos, Dómine.
Per
crucem et passiónem tuam, libera nos, Dómine.
Per
mortem et sepultúram tuam, libera nos, Dómine.
Per
sanctam resurrectiónem tuam, libera nos, Dómine.
Per
admirábilem ascensiónem tuam, libera nos, Dómine.
Per
advéntum Spíritus Sancti Parácliti, libera nos, Dómine..
In
die judícii, líbera nos, Dómine.
Peccatóres,
te rogámus, audi nos.
Ut
nobis parcas, te rogámus, audi nos.
Ut
Ecclésiam tuam sanctam régere et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut
domnum apostólicum et omnes ecclesiásticos órdines in sancta religióne
conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut
inimícos sanctæ Ecclésiæ humiliáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut
regibus et princípibus christiánis pacem et veram concórdiam donáre dignéris,
te rogámus, audi nos.
Ut
nosmetípsos in tuo sancto servítio confortáre et conserváre dignéris, te
rogámus, audi nos.
Ut
ómnibus benefactóribus nostris sempitérna bona retríbuas, te rogámus, audi nos.
Ut
fructus terræ dare et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut
ómnibus fidélibus defúnctis réquiem ætérnam donáre dignéris, te rogámus, audi
nos.
Ut
nos exaudíre dignéris, te rogámus, audi nos.
Agnus
Dei, qui tollis peccáta mundi, parce nobis, Dómine.
Agnus
Dei, qui tollis peccáta mundi, exáudi nos, Dómine.
Agnus
Dei, qui tollis peccá ta mundi, miserére nobis.
Christe,
audi nos.
Christe,
exáudi nos.
Missa
de Vigilia
Introitus
Ezec 36:23;
36:24; 36:25-26.- Quando avrò fatto conoscere tra voi la
mia santità, vi radunerò da tutte le terre, e infonderò su di voi un'acqua
monda, e sarete purificati da tutte le vostre macchie; vi darò uno spirito
nuovo, alleluia, alleluia. ~~ Ps 33:2.- Benedirò
il Signore in ogni tempo e la sua lode sarà sempre sulla mia bocca. ~~ Gloria
~~ Quando avrò fatto conoscere tra voi la mia santità, vi radunerò da
tutte le terre, e infonderò su di voi un'acqua monda, e sarete purificati da
tutte le vostre macchie; vi darò uno spirito nuovo, alleluia, alleluia.
Gloria
Oratio
Preghiamo.
Lectio
Or
avvenne in quei giorni che mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le
provincie superiori, giunse ad Efeso e vi trovò alcuni discepoli, e disse loro:
«Avete voi ricevuto lo Spirito Santo quando avete abbracciato la fede?». Ma
quelli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia lo Spirito
Santo». Ed egli a loro: «Con qual battesimo, adunque siete stati battezzati?» E
quelli dissero: «Col battesimo di Giovanni». E Paolo: «Giovanni battezzò il
popolo con battesimo di penitenza, dicendo che credessero in Colui che doveva
venire, cioè Gesù». Udite tali cose, furono battezzati nel nome del Signore
Gesù. E, avendo Paolo imposto loro le mani, sopra di essi venne lo Spirito
Santo, e parlavano le lingue, e profetavano. Questi eran circa dodici uomini in
tutto. Ed entrato nella sinagoga, parlava liberamente, disputando per tre mesi
e rendendo ragione del regno di Dio.
Alleluia
Confitémini
Dómino, quóniam bonus: quóniam in saeculum misericordia eius.
Alleluia
Tractus
V. Popoli
tutti, lodate il Signore, esaltatelo, o genti!
Evangelium
In
quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: «Se mi amate, osservate i miei
comandamenti. E io pregherò il Padre e vi darà un altro Paraclito, affinché
resti sempre con voi, lo Spirito di verità, che il mondo non può ricevere,
perché non lo vede, né lo conosce: voi però lo conoscerete, perché dimora in
voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò a voi. Ancora un po', e il
mondo più non mi vedrà; ma voi mi vedrete, perché io vivo, e voi pure vivrete.
In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me, e io in voi.
Chi tiene presenti i miei comandamenti e li osserva, quello davvero mi ama; e
chi ama me, sarà amato dal Padre mio, e io l'amerò e gli manifesterò me stesso».
Offertorium
Manda
il tuo Spirito e le cose saranno create e rinnoverai la faccia della terra; al
Signore sia gloria in eterno, alleluia.
Secreta
Santifica,
Signore, questa offerta, e purifica i nostri cuori con la luce dello Spirito
Santo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna
con te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Praefatio
de Spiritu Santo
Vere
dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias
ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum
nostrum. Qui, ascéndens super omnes coelos sedénsque ad déxteram tuam,
promíssum Spíritum Sanctum in fílios adoptiónis effúdit. Quaprópter profúsis
gáudiis totus in orbe terrárum mundus exsúltat. Sed et supérnæ Virtútes atque
angélicæ Potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:
È
veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni
luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: per
Cristo nostro Signore. Che, salito sopra tutti cieli e assiso alla tua destra
effonde sui figli di adozione lo Spirito Santo promesso. Per la qual cosa,
aperto il varco della gioia, tutto il mondo esulta. Così come le superne Virtú
e le angeliche Potestà cantano l’inno della tua gloria, dicendo senza fine
Infra
actionem
Uniti
in comunione celebriamo il giorno santissimo della Pentecoste, nel quale lo
Spirito Santo apparve agli Apostoli in molte lingue: di più veneriamo la
memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del nostro Dio e
Signore Gesù Cristo: e poi del beato Giuseppe Sposo della stessa
Vergine, e di quella dei tuoi beati Apostoli e Martiri: Pietro e Paolo, Andrea,
Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e
Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisógono,
Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per
le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto
della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.
Hanc
igitur oblatiónem servitutis nostræ, sed et cunctae famíliæ tuæ, quam tibi
offérimus pro his quoque, quos regeneráre dignatus es ex aqua et Spíritu
Sancto, tríbuens eis remissionem omnium peccatórum, quaesumus, Dómine, ut
placátus accípias: diésque nostros in tua pace dispónas, atque ab ætérna
damnatióne nos éripi, et in electórum tuórum iúbeas grege numerári. Per
Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Ti
preghiamo, dunque, o Signore, di accettare placato questa offerta di noi tuoi
servi e di tutta la tua famiglia che a Te rivolgiamo per coloro che Ti sei
degnato di rigenerare con l’acqua e con lo Spirito Santo, concedendo loro la
remissione di tutti i peccati;fa che i nostri giorni scorrano nella tua pace e
che noi veniamo liberati dall’eterna dannazione e annoverati nel gregge dei
tuoi eletti. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Communio
L'ultimo
giorno della festa Gesù diceva: «Chi crede in me, effonderà dal suo seno fiumi
di acqua viva». Disse ciò dello Spirito Santo che dovevano ricevere quanti
avrebbero creduto in Lui, alleluia, alleluja.
Postcommunio
Preghiamo.
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